“Nei prossimi 10 anni avremo 1,4 milioni di ragazzi in meno ma dobbiamo aumentare il tempo scuola e per questo abbiamo bisogno di più insegnanti. Dobbiamo uscire dal rapporto lineare docenti-insegnanti”. Così il ministro del’Istruzione Patrizio Bianchi in audizione presso le Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, martedì 4 maggio.
La riflessione sulle linee programmatiche del suo dicastero ha messo al centro le competenze e le persone, all’interno di una questione del tempo scuola che va ripensata, sostiene il Ministro.
“Il vulnus del nostro sistema scolastico sono le disuguaglianze,” afferma il Ministro tornando su un tema a lui caro sin dai tempi del volume Nello specchio della scuola. “Dobbiamo lavorare al recupero della povertà educativa, il recupero delle disuguaglianze. Il recupero di questi elementi negativi è ciò che ci può permettere di superare la lunga stagnazione che caratterizza il nostro Paese. Per questo abbiamo voluto chiamare le nostre linee programmatche La scuola motore del Paese“.
“Bisogna legare l’istruzione allo sviluppo attraverso due linee: fare aumentare le competenze e la produttività e la competitività; ma anche fare aumentare coloro che possono disporre di queste competenze partecipando in maniera attiva allo sviluppo del Paese”.
“In queste fasi di shock esterno non basta l’apprendimento continuo e diffuso, occorre dare un’accelerata. La scuola motore del Paese significa una scuola che ruota attorno alle persone. Se avessi la linea delle persone, questa linea rappresenterebbe l’asse portante di ogni ragionamento sulla scuola. L’asse delle persone e del personale; ma anche l’asse degli studenti e quindi il diritto allo studio in tutte le sue forme. In altre parole un asse che lega gli studenti, il personale, le famiglie. Un altro asse che tiene dentro l’organizzazione degli studi (superamento della gabbia del novecento)”.
“Diritto allo studio e personale sull’asse verticale; e la Governance complessiva sull’asse orizzontale”.
Sul piano di resilienza e sulla scuola d’estate, il Ministro precisa: “Dobbiamo lavorare da subito, dall’estate, alla costruzione di un ponte verso il nuovo anno. Dobbiamo mettere in campo una struttura di supporto per la progettazione. Un ponte che ponga le basi d’estate ma prosegua nel corso dell’anno scolastico“.
“Inclusione e presa in carico delle fragilità è un altro elemento chiave del nostro dicastero. Incarico conferito al sottosegretario Sasso”.
“Lo stesso vale per la delega sulla sostenibilità, conferita alla sottosegretaria Floridia”.
“La riforma dell’orientamento è cardine del Pnrr. Dobbiamo legare di più i diversi cicli di scuola per rendere i ragazzi consapevoli delle proprie scelte. Da qui un Its di eguale dignità rispetto ai licei, un percorso di esperienze all’estero o di volontariato. Ma tutte opzioni costruite per tempo, non lasciate al singolo. Non lasciare le famiglie e i ragazzi solo a fare una scelta che influirà su tutta la loro vita. Un diritto allo studio che funziona solo per taluni e non per tutti, non è un diritto allo studio”.
“Il tema dell’innovazione: sulla didattica distanza abbiamo raccolto con Indire una biblioteca straordinaria di esperienze, ma abbiamo un tema di aumento del tempo scuola, che è un elemento fondante. Il Mef ci ha dato qualcosa di più per sostegno e potenziamento. Nei prossimi 10 anni avremo 1,4 milioni di ragazzi in meno ma dobbiamo aumentare il tempo scuola e per questo abbiamo bisogno di più insegnanti. Dobbiamo uscire dal rapporto lineare docenti-insegnanti. Abbiamo anche bisogno di più dirigenti. Dobbiamo riconoscere anche a livello contrattuale la gravosità degli impegni dei dirigenti.”
“Ripensamento dei curricula. Continuiamo ad avere dei curricula troppo rigidi. Ad esempio dobbiamo ripensare lo 0-6, che è un pezzo fondante dle sistema nazionale di educazione. Voglio potenziare l’intero sistema educativo dando ad ogni percorso eguale dignitià. Gli Its stanno saldamente dentro il sistema di Istruzione”.
Quanto ai pensionamenti: “Dobbiamo anche programmare le uscite degli insegnanti su scala decennale: anno per anno, cioè, dobbiamo avere la possibilità di un reclutamento pari alle uscite, per garantire continuità e stabilità ai processi di reclutamento.“
“Ma non possiamo trattare tutti allo stesso modo. Ognuno ha esperienze diverse. Stiamo cercando, anche col Mef, di implementare formule che riconoscano titoli, competenze, meriti, per fare ripartire anche la macchina delle assunzioni, una macchina che sia regolare e continua nel tempo”.
“Anche come introiti salariali, la professione dell’educatore deve essere riconosciuta e valorizzata. Dobbiamo portare ad avere carriere più articolate per i nostri docenti ma per tutto il personale che deve sostenere il dirigente e strutturare l’autonomia delle scuole. A questo fine dobbiamo rivedere anche la struttura del ministero e le strutture locali”.
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