“La DaD non è la peste, se non ci fosse stata la DaD l’alternativa sarebbe stata la chiusura. Noi siamo gente che impara. Ora dobbiamo fare un passo avanti nell’autonomia scolastica. Sono 20 anni che stagna”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al convegno dell’Anp La scuola al centro del Paese.
“Il ministro, quindi, dà ragione al presidente Anp, Antonello Giannelli, che in precedenza aveva posto la seguente considerazione: si progetti una scuola all’insegna della flessibilità, con “classi che non siano legate all’età. Noi abbiamo elaborato una proposta di modifica all’autonomia perché la didattica integrata digitale diventi a pieno titolo uno strumento didattico di potenziamento, non un esorcismo contro la pandemia”.
Una scuola flessibile è qualcosa che si può realizzare davvero, spiega il Ministro. “Con il Mef abbiamo contrattato: l’organico rimane stabile fino al 2027 sebbene la popolazione scolastica sia in caduta. Quindi possiamo usare questi insegnanti per fare le operazioni di cui parla Antonello Giannelli. Non dobbiamo ridurre il numero di alunni per classe, dobbiamo fare le classi aperte. Tutti gli strumenti digitali servano come potenziamento dell’autonomia, su questo stiamo lavorando”.
“Noi nel nostro Paese abbiamo un problema di disuguaglianze che va affrontato. Partiamo dagli asili nido. E contro la dispersione abbiamo gli strumenti per recuperare chi si disperde”.
Se l’Ema dovesse dare l’ok ai vaccini per i bambini nella fascia 5-11 anni e l’Ue prospettasse l’ipotesi DaD solo per alunni non vaccinati, su questa ipotesi come si porrebbe il ministro?
La sua risposta: “Nella scuola il 95% dei docenti si sono vaccinati; e gli alunni sono all’85%. La scuola ha sempre mostrato grande responsabilità. Se le autorità europee ci diranno che vaccinare i bambini è cosa buona e giusta, io credo che ancora una volta, nel mondo della scuola ci si adeguerà”.
Infine sul tema degli stipendi degli insegnanti Antonello Giannelli: “Il docente sia remunerato quanto un funzionario del Ministero altrimenti il docente verrà sempre percepito nella società come un soggetto di serie b”. Il ministro è lapidario: “Si tratta di una battaglia che dobbiamo combattere insieme”.
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