Politica scolastica

Bianchi: la scuola diventi il motore del Paese

Le Linee Programmatiche del Ministro dell’Istruzione Bianchi, presentate alle Commissioni Cultura di Camera e Senato il 4 maggio, hanno offerto l’opportunità di fare considerazioni nuove e importanti su una nuova Dirigenza scolastica e tecnica, necessaria alla scuola del post-covid per accompagnare le comunità professionali e le Istituzioni scolastiche verso necessarie innovazioni per affrontare con efficacia le sfide del futuro.

Testo presentazione Linee Programmatiche

Testo linee Programmatiche

Nel dibattito scaturito è da apprezzare l’onesta intellettuale del Ministro che, facendo una riflessione su questi primi 20 anni di autonomia funzionale delle Istituzioni scolastiche, non ha risparmiato considerazioni pesanti, ma necessarie per ripartire con il piede giusto, sull’operato tenuto finora da parte del Ministero e degli stessi Dirigenti scolastici.

Non ha avuto, quindi, remore il Ministro ad ammettere che spesso i Dirigenti scolastici sono stati considerati dal Ministero al pari di Dirigenti amministrativi cui inviare “atti troppo dettagliati”, ma contemporaneamente ha stigmatizzato come le “le istituzioni scolastiche non sempre hanno avuto un atteggiamento intraprendente nel valorizzare i propri spazi di autonomia e se pure assurte al rango costituzionale sino ad oggi hanno fatto fatica ad affermarsi compiutamente”.

Dalla necessità di “consentire all’autonomia funzionale delle scuole di esprimersi al meglio, in un armonico rapporto con il territorio e con la comunità” è opportuno, quindi, “liberare le scuole dai troppi adempimenti burocratici, che impediscono alle stesse di liberare le energie nella direzione dell’autonomia della didattica e della ricerca”.

Nelle Linee Programmatiche si riconosce quindi che per ridefinire il ruolo della scuola al servizio della persona e della comunità in cui opera è necessario “rilanciare l’autonomia funzionale delle istituzioni scolastiche e permettere loro di poter erogare servizi adeguati”.

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Fine delle reggenze?

La prima condizione per rilanciare l’autonomia, ha ammesso il Ministro “è che ogni istituzione possa contare sulla presenza di un suo dirigente scolastico e per questa ragione saranno banditi nuovi concorsi a cadenza regolare e con logica di programmazione”. Questo passaggio dovrebbe far presupporre che, al di là delle ragioni del dimensionamento. è necessario garantire a ogni Istituzione scolastica la presenza di un Dirigente titolare e dovrebbe finire, di conseguenza, la pratica deleteria delle reggenze?

Dirigenti tecnici

Accanto alla centralità della Dirigenza scolastica, per dare autorevolezza progettuale alle scuole, nelle Linee Programmatiche si riconosce che le “Istituzioni scolastiche, per rafforzare l’autonomia, hanno bisogno di essere supportate da figure professionali specifiche, in modo particolare dai dirigenti tecnici, il cui contingente è attualmente ridotto rispetto alle esigenze di tutte scuole e del territorio. Tali figure sono fondamentali per la qualificazione dell’azione amministrativa in campo educativo, per le funzioni di supporto alla formazione, innovazione e ricerca, per le azioni di monitoraggio, consulenza e accertamento, per la valutazione e il miglioramento del sistema nazionale d’istruzione. Ed anche per queste figure si prevede l’espletamento imminente di un nuovo concorso”.

Dirigenti Scolastici e Tecnici e successo scolastico

Queste indicazioni programmatiche per rilanciare l’autonomia delle Istituzioni scolastiche in funzione del successo scolastico degli studenti avvalendosi delle competenze e di un nuovo ruolo dei Dirigenti Scolastici e Tecnici è di buon auspicio e scaturisce anche dal monitoraggio fatto da Indire su 15 dirigenti scolastici titolari del gruppo di scuole che fanno parte di “Avanguardie Educative” e che hanno spinto le loro scuole verso la sperimentazione e le innovazioni didattiche.

Il monitoraggio ha confermato come sia stato determinante e decisivo il ruolo del Dirigente scolastico nel motivare, sostenere, incoraggiare la propria comunità professionale nell’affrontare le innovazioni didattiche avvalendosi anche della collaborazione dei genitori e degli studenti.

Dirigenti scolastici e tecnici possono essere di guida e di sostegno, come “capitani di vela d’altura” per intraprende una “nuova rotta”, che permetta alle scuole di ridefinire il proprio ruolo e la propria funzione.

In questi primi venti anni di “esercizio di autonomia”, erroneamente, si è pensato da parte delle scuole di potersi limitare ad applicare semanticamente il concetto di “autonomia” come possibilità di “autodeterminarsi”, di “autogestirsi” con la conseguenza anche della autoreferenzialità e di un certo monadismo istituzionale. È necessario, invece, per il futuro, cogliere l’opportunità dell’autonomia per cercare di “rideterminare” il proprio ruolo e la propria funzione nei confronti dei bisogni formativi degli studenti e nei confronti della comunità di riferimento in una dimensione di “area vasta” e non di singola istituzione.

I fondi europei

La programmazione dei fondi strutturali europei ci invita alla progettazione di “area vasta”, come prefigurato anche nel decreto legislativo 66 del 2017 che assegna agli ambiti territoriali l’elaborazione di un Piano territoriale per l’inclusione assegnandone ad un dirigente tecnico il coordinamento e facendo prefigurare per esso il ruolo assegnato ad un’Authority territoriale per il successo scolastico.

Dalla nostra capacità e convinzione di voler e poter diventare protagonisti di una nuova sfida per il futuro dipende il successo e la crescita culturale del nostro Paese come ha voluto sottolineare il Ministro assegnando di fronte al Parlamento alla scuola il ruolo di essere il “motore del Paese”.

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Redazione

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