Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervenuto ad un evento promosso dalla comunità di Sant’Egidio e dalla comunità ebraica di Milano al Memoriale della Shoah in memoria della deportazione degli ebrei dalla stazione di Milano del 30 gennaio 1944, ha detto: “Le parole di violenza costruiscono i primi mattoni con cui ci si abitua al morbo violentissimo del razzismo e dell’antisemitismo. Dovere specifico della scuola è di essere il luogo in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze vengono messi in condizione di avere il senso della parola, il senso del significato, ciò che si dice e ciò che si ascolta, e il momento in cui questo ascolto diventa avere il proprio senso di responsabilità nel confronti degli altri”.
“Quest’anno – ha ricordato Bianchi – abbiamo voluto fare il 27 gennaio un percorso all’interno dei campi italiani, Fossoli, Milano, Roma, San Saba, per ricordare a noi stessi che quella storia non riguarda solo altri, vittime erano italiani e aguzzini erano italiani”.
E poi, riferendosi alla pandemia, ha ricordato: “Spero sia prossimo il giorno in cui le scuole possano tornare a uscire dalle scuole: con grande fatica abbiamo voluto riportare i nostri ragazzi in presenza, ma verrà presto il giorno in cui potranno uscire insieme e visitare, e spero che io sarò con loro, il memoriale della Shoah di Milano”.