In visita a Firenze, dove ha prima visitato l’I.C. Piero della Francesca e poi la sede dell’Indire, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha affrontato a SkyTg24 vari temi del mondo della scuola:
“Non c’è possibilità di rilancio delle economie senza investire di più e meglio nella scuola. Bisogna avere attenzione nell’inclusione, nessuno deve rimanere indietro. E poi c’è la necessità di una grande alleanza a livello internazionale per riporre la scuola al centro dello sviluppo. In questo periodo di cambiamento, tutti si sono resi conto della centralità della scuola, della formazione. In quest’epoca che chiamiamo la società dell’informazione c’è più bisogno di scuola di prima”.
“La Dad in una prima fase non era l’alternativa alla scuola, era l’alternativa all’abbandono totale. I nostri docenti hanno utilizzato gli strumenti di cui disponevano e rapidamente hanno imparato che quello strumento poteva essere utilizzato in maniera diversa. Abbiamo raccolto centinaia di buone esperienze a distanza ma non la Dad che sostituisce l’insegnante o la scuola”.
“La scuola italiana non era tutta arretrata. Come tutti i Paesi c’erano delle macchie, delle situazioni molto differenziate. Bisogna recuperare queste macchie e permettere a tutti i bambini e le bambine di avere le stesse disponibilità. Su questo il PNRR ci permette di avere strumenti per poter intervenire sulla povertà educativa, sulle nuove professioni, in particolare nell’area della formazione professionale dotando le nostre scuole di tutti gli strumenti. È un impegno che ci siamo presi, ce lo siamo presi noi come governo, ma ce lo siamo presi anche come G20 cioè i governi più importanti al mondo”.
“È giusto che sia il Cts a darci le indicazioni sull’uso delle mascherine a scuola. Ci adegueremo sulla base del principio di autonomia che regge le nostre scuole. Faremo una gestione assolutamente cauta”.
“Stiamo lavorando per escludere la Dad l’anno prossimo e non trovarci nella situazione dell’anno scorso. Lavoriamo per una scuola in presenza che dia molta attenzione alla società, c’è il bisogno dei bambini di tornare a trovarsi, facendo attenzione a quel recupero di tutte le conoscenze che in un anno così difficile, sono state più carenti”.
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