Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è intervenuto di nuovo sul tema della scuola a comparti disciplinari, per spingere affinché tali comparti vengano abbattuti, come aveva affermato anche il 19 maggio in Parlamento, quando aveva dichiarato: “Il curriculum deve vedere materie più integrate tra di loro. Dobbiamo uscire dalle gabbie del novecento dove tutto era frazionato, specie alla scuola superiore”.
Oggi 28 maggio, ad un seminario Inps su “Una valutazione efficace come condizione per una efficace coesione sociale”, Bianchi ha rilanciato il tema, parlando di scuole secondarie sia di primo che di secondo grado che continuano ad essere l’ultimo baluardo del fordismo.
“Bisogna andare avanti con l’idea di una nuova scuola in cui questo principio di interoperabilità, di integrazione che oggi è portato avanti da centinaia di sperimentazioni di buona scuola, diventi patrimonio generale. Interdisciplinarietà è la capacità di andare oltre“.
Lo stesso dicasi per il mondo universitario, sostiene il Ministro: “C’è un grande lavoro culturale da fare, un grande lavoro di formazione, un grande lavoro anche rivolto alle nostre università. Parlo di università da vecchio professore e rettore: noi continuiamo ad avere nelle università una gestione sostanzialmente fordista del sapere, basato su una netta separazione ossessivamente garantita dei settori scientifico-disciplinari che non si parlano perché si guardano in cagnesco. Questo si proietta anche sulle scuole”.