Uno dei “pallini” del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è la riduzione della dispersione scolastica: a tale scopo, il 13 maggio ha sottoscritto a Napoli un’intesa coinvolgendo le istituzioni, la Chiesa e il territorio, proprio per dare più opportunità educative ai giovani, prevenendo l’abbandono scolastico e la devianza.
Il “patto” è stato sottoscritto nell’istituto minorile di Nisida, tra lo stesso ministro Patrizio Bianchi, la responsabile del Viminale Luciana Lamorgese e l’arcivescovo Domenico Battaglia, che aveva sollecitato l’iniziativa.
“Noi come ministero mettiamo a disposizione 40 milioni per il Patto”, ha detto Bianchi.
I fondi del Patto, ha continuato il ministro, sono “una misura concreta, precisa con risorse che diamo direttamente alle scuole, alle quali si aggiungono quelle delle altre istituzioni”.
Inoltre, il Pnrr per il comparto istruzione prevede 800 milioni per la Campania, ulteriori risorse “da investire per evitare che i ragazzi si disperdano”.
Attraverso questa sinergia tra enti locali, Regione, Chiesa e terzo settore, le istituzioni coinvolte intendono fare crescere il numero degli istituti scolastici aperti tutto il giorno.
Tra gli obiettivi dichiarati c’è anche quello di condurre “attività speciali per i ragazzi più a rischio” e migliorare i percorsi integrazione per chi arriva da immigrato”.
Le iniziative del ministero dell’Istruzione non sembrano tuttavia ottenere un riscontro positivo tra gli studenti. In particolare, questi si dicono indignati per le parole del ministro Bianchi, rilasciate a Firenze, sulla necessità di “cambiare la scuola” facendo assieme la riforma.
Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti è durissimo: “Alle dichiarazioni del ministro rispondiamo vergogna, bugiardo”, perché “le studentesse e gli studenti del paese hanno già proposto numerose soluzioni alla grave crisi che il sistema scolastico vive da anni”.
“Solo nell’ultimo anno – ha aggiunto Redolfi – ci sono state più di duecento occupazioni di scuole e decine di migliaia di studentesse e studenti che sono scesi in piazza. – L’unica risposta che abbiamo avuto è stata silenzio, repressione e violenza”.
Anche secondo Bianca Chiesa, dell’Uds, il ministro Bianchi “da mesi delegittima le studentesse e gli studenti del paese. Evita qualsiasi tipo di confronto e fa false promesse di confronti che poi non avvengono mai“.
“Durante gli Stati Generali della scuola pubblica tenutisi febbraio a Roma con la partecipazione di più di 600 studenti da tutto il paese – ha concluso la studentessa – è stata scritta una proposta di riforma del sistema di istruzione nel nostro paese, ma il ministro non si è voluto presentare”.
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