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Bianchi ragiona sul piano scuola. Ecco chi chiede mascherina Ffp2 e medico scolastico

Sulla scuola la maggiore attenzione riservata alla sicurezza è invocata anche dal Premier Draghi, che oggi al Senato, in vista della fiducia, ha espresso la necessità che il calendario scolastico si adegui alle esigenze della pandemia ma a garanzia di un rientro a scuola in assoluta sicurezza.

Un approccio alla scuola che il nuovo Premier ha di certo coordinato con il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il quale da due giorni ormai è al lavoro per la definizione del Piano scuola, in accordo con il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e con il suo coordinatore Agostino Miozzo.

Pare infatti che lo stesso Miozzo, a seguito della imponente diffusione delle varianti Covid abbia cambiato passo sulla pandemia e sulla scuola. Infatti, rispetto alle certezze circa la non criticità delle aule scolastiche ai fini del contagio, oggi la storia delle varianti richiede maggiori cautele, specie dopo le continue e pressanti raccomandazioni di altri esperti epidemiologi, virologi, immunologi, dal consigliere del Ministro della Salute, Walter Ricciardi, ad Andrea Crisanti, alla dottoressa Antonella Viola, che ieri sera, ospite da Lilli Gruber a Otto e mezzo, sulla gestione della pandemia ha dichiarato: “Occorre un cambio di passo ma non un cambio di direzione” a intendere l’esigenza di maggiori cautele e restrizioni, così da mettere un freno alle pericolose varianti.

In sintesi, cosa potrebbe mettere in campo il Ministro Bianchi per agire in fretta a contenimento della pandemia? Su quali temi potrebbe ruotare il cambio di passo?

Le mascherine Ffp2

Che tipo di cambio di passo dunque sulla pandemia e sulla scuola?

L’USB scuola, attraverso un comunicato lascia trapelare: “È notizia dei giorni scorsi che l’associazione presidi del Lazio ha invitato i Dirigenti Scolastici a raccomandare l’uso della doppia mascherina per studenti e docenti, anche alla luce della “scarsa qualità di alcune finiture di DPI (dispositivi di protezione individuale) messe a disposizione della struttura commissariale dell’emergenza.”

“Sulle mascherine di scarsa qualità, abbiamo sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Procura regionale del Lazio presso la Corte dei Conti,” chiarisce il sindacato, e ne motiva le ragioni: “Abbiamo riscontrato la non rispondenza ai parametri stabiliti dal Dpcm 17 marzo 2020 n.18 in relazione al potere filtrante, sulla base delle analisi di Archa srl (società accreditata da Accredia, ente designato dal governo italiano ad attestare competenza, indipendenza e imparzialità dei laboratori che verificano la conformità di beni e servizi alle norme). Le analisi dicono infatti che le mascherine pediatriche hanno un potere filtrante dell’83-86% (invece del 98% previsto dalla norma), mentre quelle per adulti un potere filtrante dell’89-90% (invece del 98%).”

Date queste premesse il sindacato chiede “ai Dirigenti Scolastici di tutta Italia, su cui da un anno viene scaricata la totale responsabilità della gestione della difficile situazione creata dalla pandemia, a fronte della scarsità di risorse loro assegnate e della mancanza di una reale pianificazione nazionale da parte del MIUR, di farsi parte attiva e fare pressione sul Ministero, perché le mascherine fornite alle scuole siano adeguate al rischio per la salute che studenti e lavoratori effettivamente corrono.”

Una richiesta che si intende portare direttamente sul tavolo del neo ministro Bianchi, perché si provveda a rifornire le scuole di mascherine FFP2 per tutti, visto l’elevato numero di ore quotidiane che le comunità scolastiche trascorrono insieme.

Sullo stesso argomento delle DPI è intervenuta di recente anche l’Associazione Nazionale Presidi, con una circolare diffusa questa mattina (dall’Anp del Lazio) in cui si invitano gli studenti e i docenti ad indossare la doppia mascherina in aula, con  l’obiettivo di limitare ulteriormente i rischi e assicurare le lezioni in presenza nella massima sicurezza.

La risposta degli esperti

Non tarda ad arrivare la risposta di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, interpellato  dall’agenzia Dire: “Siamo a un cortocircuito: sulle misure di  prevenzione dell’infezione dovrebbero esprimersi i medici e i tecnici, non i presidi delle scuole. Stiamo andando veramente indietro come i gamberi.”

E continua: “Come gruppo di esperti abbiamo suggerito di indossare negli ambienti chiusi le mascherine Ffp2,  questo però non riguarda i bambini ma prioritariamente le persone anziane e quelle fragili, che vanno protette  maggiormente. Se vestita bene la mascherina chirurgica fondamentalmente ha il ruolo, più che filtrante, di evitare che io trasmetta ad altri. Ed è questo il ruolo che ha anche nelle  scuole.”

Una questione rispetto alla quale, quindi, il CTS risponde a tono e parzialmente in dissenso con l’Associazione Nazionale Presidi. Le conclusioni cui possiamo giungere, a detta del CTS: se indossata bene, la mascherina chirurgica è più che sufficiente per i ragazzi. Inoltre è bene distinguere, come spiega l’esperto del CTS: la Ffp2 per proteggere maggiormente se stessi, la mascherina chirurgica per proteggere maggiormente gli altri.

Il medico scolastico

Ma è un cambio di passo che potrebbe riguardare anche l’ipotesi del medico a scuola e dunque una modifica dei protocolli di sicurezza da attivare nel caso in cui si accerta la presenza di un soggetto positivo al Covid nella scuola.

Vaccini

Non solo. La quesione del medico a scuola, infatti, potrebbe essere connessa anche all’esigenza di velocizzare le vaccinazioni del personale scolastico mettendo in piedi all’interno degli istituti un presidio vaccini che funzioni a pieno regime quanto prima.

Su questo argomento Ornella Cuzzupi, Segretaria Nazionale UGL Scuola, si è espressa con una proposta organizzativa per rendere più efficienti le campagne di vaccinazione nelle scuole: “Occorre, come tra l’altro richiesto da alcune regioni, mettere subito a disposizione delle strutture competenti le liste del personale che opera nelle scuole e stilare un calendario veloce per avviarle. Inoltre, considerando come molti istituti già son chiusi o limitati nella presenza, basterebbe coordinarne la chiusura per farne sede di vaccinazione per il personale di riferimento, il tutto per il solo tempo necessario e con il prosieguo, nel frattempo, della didattica a distanza per non perdere alcuna lezione”.

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Carla Virzì

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