Ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa, il ministro dell’Istruzione risponde sulle misure scuola a fronte della pandemia. “Misure insufficienti?” chiede in modo provocatorio Fabio Fazio.
“No, ma non è lo stesso film che abbiamo già visto,” puntualizza il Ministro. “Siamo in una situazione nuova: la variante inglese attacca anche i bambini e quindi abbiamo preso questa misura responsabile per la tutela dei più giovani.”
“Sempre sulle donne il peso della chiusura delle scuole,” osserva Fabio Fazio. E il Ministro risponde: “Sì, è vero, ma noi abbiamo messo su delle misure per far fronte a questa situazione, come abbiamo messo su delle misure per la riapertura delle scuole. La scuola è lo strumento con cui ripensiamo al Paese.”
“Che idea di scuola?” chiede il conduttore anche in riferimento alla situazione del terremoto in Emilia.
“Non ci si abitua mai a queste cose,” afferma il Ministro ricordando l’esperienza delle scuole devastate dal terremoto. “Oggi lavoriamo per una scuola affettuosa, dove si ritrovi l’affetto per gli altri. Dove si costruisce cioè non solo la propria identità, ma la relazione con gli altri.”
“Una scuola degli affetti e del vivere insieme,” la chiama il Ministro, quindi “una scuola dove si riescano ad affrontare insieme eventi come un terremoto o una pandemia.”
Il conduttore incalza: per la sicurezza nelle scuole “non è stato fatto nulla se non chiudere.”
“Non è vero,” si difende il Ministro, e torna sull’argomento della DaD: “è stato fatto moltissimo a scuola. Dall’inizio della pandemia i nostri insegnanti hanno anche imparato a usare i nuovi strumenti della tecnologia. La scuola non si è mai fermata e non è mai stata chiusa. I nostri insegnanti hanno tenuto aperto fintanto che non si è presentato questo nuovo appuntamento con un virus che è cambiato. Io non accetto l’idea di una scuola chiusa, rimasta bloccata.”
“Ma non si può agire in un modo diverso? Non si può fare qualcosa che non sia la chiusura delle scuole?” continua il conduttore.
Il Ministro afferma una inesattezza, puntualizzando: “Stiamo parlando solo delle superiori, o meglio dalla seconda media in su,” afferma parlando delle scuole chiuse. Peccato che non sia così, dato che in zona rossa chiude ormai anche la scuola dell’infanzia, mentre dalla prima elementare in poi si va in DaD.
E sull’esame di maturità, il ministro afferma: “No tesina raffazzonata, ma un esame in presenza serio. Lo studente avrà un mese di tempo per scrivere il proprio elaborato, dopodiché, di fronte al proprio consiglio di classe, si discuterà di quel materiale prodotto. La maturità sarà una prova di maturità, una prova seria e rigorosa, questa è la maturità.”
Infine sul prolungamento dell’anno scolastico, “solo un’idea o qualcosa di più?” chiede Fazio. Il ministro chiarisce: “Noi abbiamo deciso di dare alla scuola 150 milioni per permettere a giugno di organizzare l’orientamento e il recupero degli alunni. Lo faremo con i Comuni, con le Province, nell’ambito di quel patto di comunità che abbiamo già predisposto l’anno scorso.”
E l’anno prossimo, afferma il Ministro, l’anno scolastico riaprirà con una costituente, che metterà al centro la scuola, per ripartire in un Paese che mette l’istruzione al centro di tutto.
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