Immissioni in ruolo anticipate ad agosto e triplicate, supplenze annuali portate in porto prima dell’avvio delle lezioni, grazie anche ad una piattaforma telematica che monitora i posti vacanti. Ma, soprattutto, il ritorno alla scuola vera, quella in presenza: sono le azioni messe in atto dal ministero dell’Istruzione nell’ultimo periodo e rese pubbliche dal ministro Patrizio Bianchi durante la puntata di Porta a Porta del 14 settembre.
“Quest’anno non c’è stato il balletto delle supplenze – ha detto il numero uno del Mi – Abbiamo fatto un’operazione importantissima. Usualmente i professori entravano di ruolo il primo settembre e poi si verificava chi mancava e fra ottobre e novembre si riempivano i buchi”.
“Quest’anno – ha aggiunto – abbiamo anticipato l’entrata in ruolo. Ne abbiamo fatti 60mila, l’anno scorso erano 19mila. E le abbiamo anticipate a inizio agosto. Abbiamo avuto un mese per fare tutte le nomine degli incarichi delle supplenze annuali”. Queste ultime, tuttavia, si stanno completando proprio in questi giorni, soprattutto nelle province dove gli Uffici scolastici risultano con meno personale e quindi con tempi di lavorazione più ridotti.
“Abbiamo fatto – ha continuato il ministro – una piattaforma che ci permette di avere il quadro di tutto il Paese, scuola per scuola, classe per classe. Dall’altra parte ci sono poi le supplenze corte che dipendono dal preside. Noi abbiamo fatto la copertura di tutto l’organico, 112mila posizioni che si aggiungono, le cosiddette cattedre vacanti, quelle vuote. Ci sono 880mila insegnanti nella scuola di Stato in Italia. A cui si aggiungono quelli delle scuole paritarie e altre 300mila persone del personale tecnico amministrativo”.
Sempre durante la trasmissione della Rai, il ministro è tornato sul primo giorno di lezioni. “Devo dire che è stata una grande emozione anche per me il primo giorno di scuola. Faccio una confessione subito: abbiamo lavorato tantissimo in questi giorni, intendo un milione e mezzo di persone, insegnanti, dirigenti, tutto il personale, le mense”.
Secondo il responsabile dell’Istruzione, la scuola in presenza è il più importante, su cui vale la pena soffermarsi.
“Ieri – ha raccontato Bianchi – sono andato quasi di nascosto in una scuola elementare, ho visto bambini e maestre emozionate, le mamme con la lacrima, i nonni, e di colpo è passata tutta la stanchezza. Perché abbiamo visto che la scuola riprendeva. So anche io che ci sono dei problemi, ma abbiamo fatto una scelta, la scelta della scuola in presenza”.
Sull’andamento tutto sommato regolare del Green pass obbligatorio, Bianchi ha detto che “è la dimostrazione che quando lo Stato si applica, e si applicano tutte le amministrazioni insieme, possono fare grandi risultati, nel rispetto dei diritti delle persone e nell’efficienza del sistema. E’ stata una cosa su cui altri colleghi in giro per l’Europa ci stanno interrogando”.
Il certificato verde, sempre secondo Bianchi, “ha funzionato. Siamo partiti da un forte stimolo dato dall’Autorità garante della privacy, che deve tutelare la riservatezza dei dati per evitare discriminazioni – ha spiegato Bianchi -. Assieme al ministero della Salute, dell’Istruzione, del Tesoro, alla loro società, abbiamo messo insieme questa piattaforma che è a disposizione solo del preside e permette di incrociare i dati”.
Commentando l’escalation dei casi di femminicidi, il ministro dell’Istruzione ha quindi ribadito che sta “lavorando alla scuola degli affetti. Bisogna educare i bambini e noi stessi ad avere affetto e rispetto per le persone accanto a noi. Mi turba moltissimo l’idea che possano crescere dei maschi che hanno talmente paura di sé stessi per arrivare al punto di uccidere le proprie compagne”.
Bianchi ha ricordato che la scuola “può affrontare la tematica in modo” da influenzare “la forma mentis di futuri uomini”.
“Io ho voluto insistere molto per tornare in presenza perché la scuola non è solo didattica ma molto di più, è capacita di costruire comunità rispettose – ha spiegato Bianchi -. La scuola per cui sto lavorando è la scuola degli affetti. Io non voglio tornare alla normalità, voglio una normalità piena di affetto e rispetto”.
Interpellato sui due casi di suicidi avvenuti a Milano e nell’hinterland meneghino, Bianchi ha detto che “in molte generazioni c’è da ricostruire un senso della vita, non solo dei ragazzi ma anche di adulti e anziani. E’ la vera sfida che abbiamo davanti con la scuola che si riapre”.
“Non so se è collegabile che dei ragazzi si sono tolti la vita nel giorno di apertura delle scuole, mi sembra in ogni caso una coincidenza molto grave. I ragazzi hanno vissuto un periodo di grande sbandamento e non è un problema di Dad, non diamo tutta la colpa alla Dad e al Covid”.
Riferendosi a una famiglia marchigiana che in trasmissione ha raccontato a Bruno Vespa le difficoltà della Dad con tre figli, Bianchi ha detto che si augura che “il nostro Paese possa riprendere una vita in cui il senso della vita viene condiviso in famiglia. Dobbiamo essere vicinissimi ai ragazzi, alle famiglie di quei ragazzi va tutto il mio affetto di padre”.
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