Il caso del collaboratore scolastico assolto dall’accusa di molestie sessuali nei confronti di un’alunna in quanto il palpeggiamento sarebbe durato “solo” 10 secondi ha fatto scalpore. La stessa giudice del tribunale di Roma che si è occupata del caso ha ora assolto un altro uomo da un’accusa simile: la vittima, secondo quanto si legge nei documenti ufficiali, era “complessata e in sovrappeso”. La vicenda è stata riportata da La Stampa.
Stavolta l’accusa di molestie sessuali è partita da una donna, dipendente di un museo di Roma, che sarebbe stata palpeggiata dal suo dirigente. Tutto è cominciato nel 2021. Secondo le accuse della donna, l’uomo avrebbe fatto insistentemente battute a sfondo sessuale e poi ci sarebbero stati anche casi di veri e propri palpeggiamenti.
Il direttore è stato subito allontanato, ma il caso è andato avanti in tribunale. Le colleghe, chiamate a testimoniare, l’hanno lasciata sola, ridimensionando tutti gli episodi e dipingendo il dirigente come uno che ama lo scherzo, il gioco. La giudice ha scritto così della vicenda: “Non si può escludere che la parte lesa – si legge nel dispositivo – probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l’atteggiamento dell’imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita fisicamente”.
Insomma, secondo questa affermazione la donna si sarebbe in qualche modo inventata tutto, vittima di complessi a causa del suo aspetto fisico. La procura ha già annunciato l’appello.
La vicenda relativa al bidello assolto ha avuto molta risonanza: i social network si sono mobilitati per mostrare solidarietà alla ragazza. Ma quanto durano davvero 10 secondi? Si può davvero liquidare la situazione così? Che ne è della posizione di potere del bidello nei confronti dell’alunna? Queste sono le domande che da giorni affollano le storie Instagram, i video su TikTok e i commenti nei post di Facebook.
Addirittura è nato un trend, appunto #10secondi, che sta diventando virale. L’attore Paolo Camilli ha lanciato il format dopo aver pubblicato un video su Instagram in cui si tocca il petto per 10 secondi, cronometrati, facendo notare quanto in realtà sia effettivamente un tempo lungo. Da qui il trend che consiste nel riprendersi mentre si fa qualcosa per 10 secondi.
Qualche giorno fa la vittima ha parlato a Il Corriere della Sera per dare la sua versione dei fatti: “Per i giudici c’è stato un intento scherzoso? Il bidello mi ha preso alle spalle senza dire nulla. Poi mi ha infilato le mani dentro i pantaloni e sotto gli slip, mi ha palpeggiato il sedere e poi mi ha tirato su tanto da farmi male alle parti intime. Questo, almeno per me, non è uno scherzo”, queste le sue parole.
“Si scherza in due e qui il bidello ha fatto tutto da solo. Non è questo il modo in cui un anziano scherza con una ragazzina di diciassette anni. Almeno secondo me”, ha aggiunto con amarezza. Ecco come si è sentita dopo la sentenza: “Ho provato tanta rabbia. Questa non è giustizia. Inizio a pensare di aver sbagliato a fidarmi delle istituzioni perché mi sono sentita tradita due volte: prima a scuola, dove è successo quello che è successo; poi dal tribunale”.
Secondo lei si tratta di una decisione assurda: “Quella manciata di secondi è bastata al bidello per farmi sentire le sue mani addosso, come hanno riconosciuto i giudici. Allora mi chiedo: se fosse durato di più, cosa avrebbero detto? Che ero consenziente? I miei amici e le mie amiche, insieme a qualche professore, mi hanno espresso solidarietà, e so che pure un’associazione di studenti ha fatto lo stesso. Mi tira su sapere che molti pensino che sia una vergogna che lo Stato non riconosca certe azioni come atto di violenza”.
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