Falso e truffa ai danni della pubblica amministrazione: con questa grave accusa è stato un collaboratore scolastico di Capo d’Orlando, nel messinese, ha raggiunto in questi giorni la denuncia dalla Guardia di Finanza. Secondo i militari il bidello erano solito assentarsi dal lavoro presentando certificazioni mediche che attestavano la sua condizione di malattia; il reato, sempre se accertato dai giudici, però non era contemplato nella falsità della malattia. Ma nel fatto che nelle stesse giornate di lontananza dal luogo di lavoro, in realtà.
Dall’accurata indagine della Guardia di Finanza è scaturito che il collaboratore scolastico negli ultimi tre anni scolastici si era assentato dalle sedi di titolarità, dove lavorava, a Capo d’Orlando e S. Angelo di Brolo, per periodo totale di 478 giorni. In pratica le assenze totalizzate corrispondevano quasi ad giorno su due di servizio.
Dall’accurata indagine della Guardia di Finanza è scaturito che il collaboratore scolastico negli ultimi tre anni scolastici si era assentato dalle sedi di titolarità, dove lavorava, a Capo d’Orlando e S. Angelo di Brolo, per periodo totale di 478 giorni. In pratica le assenze totalizzate corrispondevano quasi ad giorno su due di servizio.
La Finanza ha quindi accertato che la doppia attività del collaboratore scolastico ha determinato un danno all’erario quantificato in almeno 42.000 euro. Il Motivo? “Il bidello – hanno spiegato – si è procurato un ingiusto profitto consistente in una indebita retribuzione di giornate lavorative, ai danni del ministero dell’Istruzione, per il quale è stato segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo”. E questo è solo uno dei danni che il lavoratore sarà chiamato a pagare: il passaggio successivo è la comminazione della pena per il reato commesso. Non solo ordinaria (per i gravi reati commessi), ma anche professionale. Per una vicenda simile, anche se in quell’occasione si trattava non di unità di personale Ata, ma di un docente super-assenteista che svolgeva anch’egli la doppia professione, il ministero dell’Istruzione ha deciso nel 2008 di intervenire con un provvedimento ad hoc: allontanò, per giusta causa, il lavoratore non più degno di assolvere al delicato ruolo di educatore. È probabile, per logica, oltre che alla luce della normativa vigente sulle sanzioni disciplinari, che anche chi opera producendo un palese danno alla struttura scolastica ed alla preziosa opera di insegnamento rischia fortemente di perdere il posto.