Di pedagogia e ambiente si discute da anni e sono numerose le iniziative dedicate al tema. In questi giorni di pedagogia e architettura si parla anche alla 17° Mostra Internazionale di Architettura, che si tiene a Venezia, dal 22 maggio al 21 novembre 2021, curata dall’architetto, docente e ricercatore Hashim Sarkis, dal 2015 Preside della School of Architecture and Planning al Massachusetts Institute of Technology MIT.
ll tema dell’evento è How will we live together? Una domanda che prova ad interrogare e interrogarsi su un come vivremo in un pianeta sempre più attento ai cambiamenti climatici, alle sensibilità sociali e, soprattutto, sulla via del risveglio da una pandemia globale. In un contesto di divisioni politiche acutizzate e disuguaglianze economiche crescenti, chiediamo agli architetti di immaginare spazi in cui possiamo vivere generosamente insieme, ha detto Sarkis.
Sono vari i padiglioni dove è possibile capire e vedere come si potrebbero realizzare idee propositive per creare ambienti di apprendimento sempre più rispondenti ai bisogni della didattica, come per esempio quella del parlatoio, progettato da Elemental o quella del Center for Creative Technologies che, attraverso una foresta di schermi, racconta la sua attività per immaginare una nuova scuola iperpersonalizzata, con strumenti innovativi e dove sono gli studenti a essere responsabili per la propria educazione.
Anche per il 2021 è prevista un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio. Per saperne di più Biennale Architettura 2021 | Progetto Educational (labiennale.org)
A testimonianza della centralità del tema, ricordiamo il recente evento organizzato dal gruppo di ricerca INDIRE sulle architetture scolastiche intitolato “Ambienti di apprendimento e nuove sfide fra pedagogia e architettura (Learning environments and new challenges between pedagogy and architecture)”, durante il quale esperti internazionali hanno illustrato dei casi significativi di progettazione di nuovi spazi e architetture delle scuole, sottolineando l’importanza di dare vita ad ambienti funzionali scolastici partendo dalla progettualità didattica dei docenti e dalla visione educativa.
Il gruppo di ricerca dell’Indire, nel Manifesto 1+4 spazi educative per il nuovo millennio, sostiene che Gli spazi fisici possono fornire un contributo reale solo se si offrono al docente in una modularità tale da consentire forme agili di aggregazione in gruppi di piccole, medie o grandi dimensioni.Per accompagnare il processo di innovazione tra insegnamento e architettura scolastica, è importante analizzare e studiare soluzioni architettoniche, arredi e strumenti di lavoro correlati alle
Anche l’architetto Renzo Piano, eletto senatore a vita dal 2013, ha scelto di dedicarsi a progetti di rigenerazione urbana, fondati sul concetto di ‘rammendo‘, ovvero di ricucitura del tessuto urbano a partire dalle periferie degradate, con l’obiettivo di dare una nuova unità alle città, troppo spesso spaccate in due, da un lato il centro, sempre ben tenuto e dall’altro le aree periferiche, abbandonate a loro stesse. E al centro del rammendo ci sono le scuole, soprattutto quelle in aree sismiche o di degrado.
E non va dimenticato che alla Libera Università di Bolzano nell’ambito del corso di Didattica Generale, da anni la docente Beate Weyland conduce ricerche sul rapporto tra pedagogia e architettura e design e sui temi dell’innovazione della didattica in ambito scolastico. I suoi corsi si centrano sui temi della didattica aperta e sensoriale con lo scopo di realizzare materiali didattici tra educazione e design, per stimolare il dialogo tra pedagogia, architettura e design nel processo di ripensamento degli spazi scolastici.
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