L’assetto ecologico, si formazione e responsabilizzazione sensazionale, costituisce un perno educativo centrale per i futuri ed attuali studenti in vista di una crisi climatico-ecologica sempre più consistente e preoccupante, nonché dei numerosi strumenti – si spera non solo meramente economici – per il contrasto attivo al surriscaldamento del pianeta e agli effetti correlati a questo fenomeno. La mobilità, assieme alla razionalizzazione dei riscaldamenti e delle utenze a casa, diviene centrale in un’ottica educativa. Il Belpaese, purtroppo, nonostante le innumerevoli bellezze naturali, è il luogo in cui si pedala meno in Europa – a differenza della Finnscandia e delle immense pianure del Nord – per via del ricorso continuo all’auto e al trasporto pubblico quando possibile, data la discreta copertura a livello nazionale. La scuola, anche in questo caso, si propone come deltaplano nell’acquisizione di nuovi stili di vita, mobilità, alimentazione e percezione delle risorse naturali effettivamente a disposizione: presso Torino si da’ vita a “Bike to school”, il primo evento organizzato che coinvolge ogni mese genitori, insegnanti, studentesse e studenti nel pedalare insieme, chiedendo strade sicure per chi sceglie la mobilità attiva, con particolare attenzione alla salute dei più piccoli.
Le associazioni di tutta la penisola lamentano oramai l’assenza o la limitatissima manutenzione delle aree pedonali, delle piste ciclabili e dei marciapiedi, nonché delle aree generali collocate nei pressi delle scuole di ogni ordine e grado: pochi i parcheggi di interscambio sano con il trasporto pubblico locale, i posti per biciclette e eventuali stazioni di ricarica per veicoli alimentati ad elettricità. «Un maggior controllo deve essere dato al rispetto delle nuove strade scolastiche, ossia le pedonalizzazioni in concomitanza con gli orari di ingresso e uscita degli alunni di fronte alle scuole, ancora troppo spesso non rispettate e non fatte rispettare», denunciano le associazioni a Torino che han provveduto ad organizzare l’evento menzionato. L’invito è anche indirizzato ai dirigenti scolastici, affinché si facciano promotori dell’uso della bicicletta per andare a scuola e insistendo per le pedonalizzazioni di fronte agli ingressi, per la salute di bambine e bambini, garantita anche dallo svolgimento di attività fisica per il rientro ed il raggiungimento delle sedi scolastiche.
Insegnanti e docenti possono farsi promotori di una mobilità alternativa spingendo i ragazzi all’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti privati anche indipendenti dalla scuola, facendo presente che la salute di un processo di crescita come quello in vigore durante l’adolescenza dev’essere agevolato attraverso l’attività fisica, specie se utile a muoversi in città o in aree rurali. E le istituzioni? Queste debbono garantire, a livello prettamente locale, un allestimento urbanistico compatibile con la sana pratica del ciclismo con fini di mobilità sostenibile. Le stazioni di ricarica elettriche, in ogni caso, dovrebbero trovarsi nei punti strategici dei centri urbani permettendo anche la ricarica delle biciclette a pedalata assistita. Lo Stato dovrebbe agevolare con l’emissione di buoni dedicati l’acquisto di mezzi per la mobilità sostenibile, garantendone anche la manutenzione continua con un DL dedicato, come quello “Semplificazioni”, varato appositamente per i finanziamenti diretti. «L’occasione è buona per ricordare che la mobilità sostenibile e attiva è la migliore soluzione per contrastare i problemi della qualità dell’aria delle nostre città, ma anche per garantire in particolare a bambini e ragazzi una qualità della vita più sana, attività motoria e i benefici per la salute, contrastando obesità e sedentarietà. Inoltre, la bicicletta è il miglior mezzo per mantenere il distanziamento fisico, a maggior ragione in questo momento in cui le scuole hanno ripreso a pieno regime e i mezzi pubblici circolano sottodimensionati», precisano le associazioni riunitesi a Torino.
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