La protesta contro i tagli ai finanziamenti per le scuole sta ormai dilagando. D’altronde è proprio in questi giorni, e cioè nel momento in cui dirigenti e consigli di Istituto stanno mettendo a punto il Programma annuale del 2006, che il problema emerge in tutta la sua drammaticità.
L’Anp, il sindacato più rappresentativo dei dirigenti scolastici, sottolinea come questi tagli incidano profondamente sul funzionamento delle scuola e rappresentino nei fatti la mortificazione, anzi la morte, dell’autonomia scolastica: “Siamo all’eutanasia delle scuole – dichiara Giorgio Rembado – una morte annunciata attende le scuole italiane; nelle pieghe di comunicazioni amministrative apparentemente tecniche si nasconde il più pesante taglio alle loro risorse mai operato negli anni”.
L’Anp snocciola i numeri: rispetto all’anno passato il taglio è del 25-30%, ma se si va a ritroso e si fa in confronto con il 2001, lo scenario è sconfortante: “Nel corso di cinque anni, cioè nell’arco di questa legislatura parlamentare, i fondi disponibili per il funzionamento delle scuole sono scesi ad un terzo o un quarto di quelli disponibili nel 2001”.
La dichiarazione suona come un vero e proprio atto d’accusa nei confronti del Governo attuale e viene da osservare che le difficoltà per le scuole saranno così pesanti che il termine “eutanasia” non corrisponda neppure a verità: le scuole non moriranno di “dolce morte” ma più probabilmente per asfissia o per strangolamento.
Infatti mentre i finanziamenti decrescono, i Comuni chiedono che le scuole si facciano carico anche della Tarsu, la tassa per la raccolta dei rifiuti il cui importo è andato via via aumentando nel corso degli anni e che spesso supera lo stesso finanziamento ordinario dello Stato !
Ma il problema più grave riguarda le spese per le supplenze: al momento attuale le scuole possono contare su un budget che è all’incirca pari alla metà di quello dello scorso anno. La situazione è talmente pesante che ci sono già consigli di Istituto che stanno pensando di approvare il programma annuale del 2006 con una postilla polemica ma di cui il Ministero non potrà non tenere conto: “Le entrate di cui la scuola dispone non consentono – allo stato attuale – di garantire la continuità del servizio scolastico in occasione di assenze del personale docente”.