Sulla legge di bilancio il giudizio della Flc-Cgil è del tutto negativo: “Si tratta – si legge nel comunicato sindacale – di una legge di bilancio insufficiente, ancora una volta priva di un progetto di rilancio del Paese, che lascia aperti gravi problemi nei settori della conoscenza, per i quali non può bastare la sola apertura della stagione contrattuale”.
LEGGE DI BILANCIO = MANOVRA ELETTORALE
“Abbiamo una manovra elettorale costellata di bonus per rispondere alle più svariate pressioni – accusa la FLC – manca un’idea portante sul futuro Paese, su come uscire dalla crisi che, nonostante le recenti manifestazioni di ottimismo continua a mordere, soprattutto sul versante dell’occupazione giovanile (da ultimo i dati dell’Istat a confermarlo) e della precarietà”.
L’elenco delle misure assenti ma necessarie è lungo: investimenti infrastrutturali (dall’edilizia scolastica, al riutilizzo delle aree urbane industriali dismesse, fino alla messa in sicurezza del territorio e alla prevenzione sismica e vulcanologica, per non parlare di “un intervento sulle pensioni volto a correggere le deformazioni del sistema” e di “risorse destinate alla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, quasi nulle per i settori di istruzione, ricerca e università”.
DIFFICOLTA’ PER I CONTRATTI PUBBLICI
Sul rinnovo dei contratti pubblici, la Flc-Cgil ammette che “la legge di bilancio per il 2018 crea le condizioni minime per avviare il rinnovo del contratto del comparto ‘Istruzione e Ricerca’, garantendo l’applicazione dell’intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e sindacati”.
“Gli stanziamenti previsti per il contratto – osserva però la FLC – assicurano l’aumento di 85 euro medi (che producono un incremento del 3,48% sulle masse salariali), garantendo nel contempo il mantenimento del bonus fiscale di 80 euro. Questo quadro non soddisfa tuttavia le nostre richieste di ulteriori risorse aggiuntive da destinare alla retribuzione del personale docente, Ata, educativo della Scuola, del personale tecnico e amministrativo delle università, dei ricercatori e tecnologi, tecnici e amministrativi degli enti pubblici di ricerca, del personale docente e tecnico-amministrativo delle accademie e conservatori”.
“Per questo – dichiara il sindacato di Francesco Sinopoli – rivendichiamo risorse aggiuntive per il comparto ‘Istruzione e Ricerca’, e i settori in esso ricompresi, con l’obiettivo di ridurre il divario delle retribuzioni rispetto al quelle europee dei rispettivi settori”.
In particolare la Flc chiede che vengano immediatamente garantite “le risorse aggiuntive necessarie alla valorizzazione professionale dei docenti, degli educatori e del personale ATA”.
FLC-CGIL: MOBILITAZIONE
“Del resto – sostiene il sindacato – la stessa Ministra Fedeli ha più volte riconosciuto la distanza che esiste tra le retribuzioni del personale della scuola italiana al confronto con la media dei paesi Ocse. Ci aspettiamo che dalle dichiarazioni di principio si passi ai fatti”.
“La scuola – conclude la Flc – a una prima sommaria lettura del testo governativo, non può dirsi soddisfatta della legge di bilancio 2018, per questo metteremo in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie per ottenere quegli investimenti aggiuntivi destinati al riconoscimento delle professionalità, all’innalzamento della qualità dell’offerta formativa e al riequilibrio delle retribuzioni dei lavoratori”.
Il sindacato di Francesco Sinopoli parla della necessità di “21 miliardi di euro per colmare il gap di investimenti in istruzione e ricerca rispetto alla media dei paesi OCSE” e annuncia che in assenza di risorse aggiuntive si darà avvio alla mobilitazione della categoria.
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