Il taglio al bilancio dell’istruzione è modesto (550mila euro) ma è il segnale di una tendenza: secondo il Governo tutti quanti devono fornire il proprio contributo per il contenimento delle spese.
E’ quanto prevede il disegno di legge in materia di “misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica” all’esame del Parlamento proprio in questi giorni.
Per la verità il ddl non è altro che la conversione in legge del decreto n. 61 già approvato dal Governo ed entrato in vigore il 2 luglio scorso.
Il provvedimento “blocca” circa un miliardo e 300 milioni derivanti dalle leggi su quota 100 e reddito di cittadinanza che si sono rivela meno “costose” delle previsioni.
Altri 200 milioni il decreto li recupera da diversi capitoli di spesa: 47 milioni arrivano dal Ministero della Difesa e 18 dal Ministero dell’Agricoltura.
Come abbiamo detto anche il Miur dovrà versare il suo “obolo” e cancellare spese per 550mila euro. La somma è poco più che simbolica, ma forse proprio per questo si poteva evitare di intervenire su un bilancio che è sofferente già per conto suo.
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