La sentenza, riportata dal Quotidiano di Puglia, parla chiaro. Se un alunno cade dalle scale della scuola e si fa male, il ministero dell’Istruzione e del Merito è tenuto a risarcirne la famiglia, in quanto negli istituti scolastici i docenti e il personale hanno l’obbligo di sorvegliare gli alunni non solo in aula ma in tutti i locali della scuola, anche all’ingresso e all’uscita.
Questo quanto emerge dalla decisione del Tribunale civile di Lecce che si è espresso in merito ad un caso accaduto a una bambina di 10 anni caduta rovinosamente mentre saliva su per la gradinata, ormai vetusta e sconnessa, della propria scuola elementare riportando un trauma dentale con frattura dell’incisivo, un edema al labbro superiore e invalidità permanente.
Anche se la scalinata in questione era esterna, la scuola è comunque tenuta al risarcimento, chiesto dai genitori della piccola. “Secondo il Tribunale, per il semplice e solo fatto dell’iscrizione all’istituto scolastico il Miur – sottolineano gli avvocati della famiglia – è tenuto a garantire l’incolumità dell’alunno anche prima dell’ingresso e dell’inizio delle lezioni e persino all’esterno della scuola. In altri termini, l’obbligo di garantire l’incolumità del bambino, ed è questo il profilo di maggiore interesse della sentenza, non è limitato al tempo in cui lo scolaro si trovi all’interno della classe o comunque delle mura scolastiche ma inizia già prima dell’inizio delle lezioni, addirittura quando il bambino si accinge ad entrare a scuola percorrendo la gradinata esterna di accesso. Nella specie l’estensione dell’area di scuola rispetto alla quale vige l’obbligo di sorveglianza e salvaguardia dell’incolumità fisica dei discenti è stata spazialmente ‘dilatata’ sino a comprendere la scalinata”.
L’alunna deve essere perciò risarcita essendo inciampata a causa delle pessime condizioni manutentive della scalinata, che risale agli Trenta, di cui il ministero dell’Istruzione e del Merito “deve rispondere per non avervi, per una sua negligenza – concludono i legali -, mai posto rimedio nel corso degli anni”. Respinte, quindi, le difese del ministero e della sua compagnia di assicurazioni tese a negare l’obbligo di vigilanza. L’ultimo caso reso noto relativo ad un incidente simile risale allo scorso dicembre.
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