Oggi il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni in Italia risulta, quindi, inferiore a quello medio europeo e a quello degli Stati Uniti.
L’Istat ha proceduto anche ad un confronto con i paesi in via di sviluppo, confronto che ha messo in evidenza che il tasso di alcuni Paesi africani è vicino a quello che l’Italia presentava negli anni 30, mentre quello di alcuni Paesi asiatici è paragonabile al tasso dell’Italia negli anni 50. Se alla fine dell’ ‘800 i bambini morivano principalmente a causa di malattie infettive, oggi il 72% dei decessi è dovuto a condizioni di origine perinatale e a malformazioni congenite.
La mortalità dei bambini sotto i 5 anni di vita, ha sottolineato l’Istat, è un importante indicatore del benessere demografico del nostro paese e uno dei più significativi indicatori sociali.
I tassi di mortalità infantile tra i più bassi del mondo, evidenziano la positività delle riforme politico-sanitarie, attuate su tutto il territorio nazionale, che hanno portato ad un miglioramento delle condizioni ambientali e socioeconomiche, all’alfabetizzazione delle donne, allo sviluppo di una cultura dei diritti dell’infanzia, ai progressi della scienza e della medicina e alla lotta contro malattie che una volta erano endemiche nel paese, come per esempio la malaria, la tubercolosi o il morbillo.