Le sculacciate ai bambini non sarebbero retaggi ottocenteschi, ma sani metodi correttivi. A sostenerlo una deputata democratica del Kansas vuole legalizzare le sculacciate per i bambini disobbedienti. Non solo a casa ma anche nelle scuole. E non si tratterebbe solo di buffetti di rimprovero: il disegno della deputata, Gail Finney, 54 anni, madre di tre ragazzi e nonna di quattro, prevede l’autorizzazione a dare sculacciate così forti da lasciare anche – si legge letteralmente – sederini “rossi, e persino possibili lievi ematomi sulla pelle delicata dei piccoli”. A poter sculacciare i ragazzini impertinenti potranno essere – se la proposta dovesse passare – non solo i genitori, ma anche adulti preposti alla loro, cura – inclusi fratelli e sorelle di maggiore età – e insegnanti e personale scolastico. La polemica per la proposta è stata immediata, a livello nazionale e sul web, dove piovono commenti polemici ma anche ironici.
E non solo negli Stati Uniti. L’Ansa ricorda che il Kansas, come peraltro altri 20 Stati Usa, già permette per legge ‘sculacciatinè ai bimbi, ma a patto che non lascino segni di alcun tipo. Invece per Finney questo non basta: “quello che succede è che ci sono ragazzini sprezzanti e ribelli, che non obbediscono ai genitori o alle maestre. Quello che propongo è dare una chiara definizione di ciò che è permesso, senza autorizzare pugni, botte o colpi. Questi sono considerati un abuso su minori”.
La proposta di legge, numero 2699, è estremamente dettagliata: le sculacciate – dice – sarebbero autorizzate al fine di ripristinare i diritti dei genitori e di definire le punizioni corporali. Permesso sarebbe quindi “sculacciare per un massimo di 10 volte di seguito, a palme delle mani aperte, il sederino di un bambino”. Al tempo stesso sarebbe concesso l’uso di “forza fisica in maniera ragionevole”, necessaria a mantenere il piccolo fermo. Furiose le reazioni di psicologi e insegnanti: “Se colpisci un bimbo da piccolo, per qualsivoglia ragione, pianti il seme che ciò sia accettabile per raggiungere un qualsivoglia fine”, ha dichiarato alla stampa locale John Valusek, psicologo e maestro in pensione di Wichita in Kansas. Le regole del distretto scolastico di Wichita d’altronde dicono a chiare lettere che “punizioni corporali non sono accettabili quali forma di disciplina”. Dorothy Adams, maestra di quinta elementare alla scuola Hyde ha detto: “Non posso nemmeno immaginare di sculacciare un ragazzino in classe. Ma che messaggio manderei ai bambini?”.