Giampiero Monaca, il maestro di Serravalle d’Asti che 65 giorni fa aveva dato avvio ad uno sciopero della fame per protestare contro i vincoli posti nei confronti del progetto didattico Bimbisvegli, ha ripreso in queste ore ad alimentarsi normalmente e lo ha annunciato con un post FB inequivocabile: “Aggiungi un posto a tavola, ci sono i motivi per sospendere il digiuno e incontrarsi intorno ad un tavolo”.
“Chiamata a valutare le specificità della didattica applicata nel progetto Bimbisvegli – spiega il maestro – la commissione ispettiva dell’ Ufficio Scolastico Regionale ha emesso le sue conclusioni”.
A tutti i docenti dell’istituto comprensivo e a tutte le famiglie degli alunni iscritti nella scuola Serravalle è già stata inviata una sintesi ma piuttosto chiara.
Secondo quanto riporta il maestro, nella relazione ispettiva si parla di “strategia didattica attiva e motivante che sollecita i percorsi di apprendimento anche in setting informali e in attività di outdoor”.
“La strategia didattica – scrivono gli ispettori – fa riferimento all’orientamento complessivo che l’insegnante assume in quanto facilitatore dei processi di apprendimento, in questo caso si tratta di strategia euristica, tale cioè da stimolare la partecipazione degli alunni, il loro coinvolgimento e la negoziazione dei significati”.
Non solo, ma – sempre stando alla relazione – “tale strategia didattica, denominata dai suoi primi utilizzatori ‘Bimbisvegli’, nelle dichiarazioni declaratorie teoriche, non appare in contrasto con l’ordinamento vigente e con i principi che sono sottesi dalle Indicazioni Nazionali del 2012 e Indicazioni e Nuovi Scenari del 2018 pertanto”
Pertanto – concludono gli ispettori – “l’organo collegiale dell’Istituto deve continuare a riconoscere ai docenti la libertà di porre in essere nelle proprie attività la strategia che ritiene più opportuna”.
Adesso, bisogna vedere cosa accadrà a settembre, quando il maestro Monaca e gli altri colleghi e colleghe che da anni lavorano ispirandosi ai principi del progetto Bimbisvegli, presenteranno nuovamente la loro proposta e ne chiederanno l’inserimento all’interno del PTOF.
Secondo la norma (e anche gli esiti dell’ispezione lo confermano), il collegio non può fare altro che prendere atto del progetto.
In proposito, il secondo comma dell’articolo 3 del Regolamento dell’autonomia del 1999 è assolutamente chiaro e sottolinea che il PTOF “comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità”.