“Signora Ministro, io non ci sto, voglio giustizia, pretendo che queste persone abbiano la punizione giusta, non mi va che questa sia stata solo una brutta storia di Natale e che finisca qui, permettendo che si continui ad emarginare bimbi come il mio restando impuniti”.
Si rivolge direttamente al ministro della Scuola, Lucia Azzolina, la mamma di Andrea, il bimbo con sospetto autismo che, secondo quanto riferito nei giorni scorsi proprio dalla madre, è stato escluso dalla recita scolastica di Natale.
Il ministro, lo scorso 17 dicembre, prima di entrare a fare parte della squadra di governo del premier Conte, era intervenuta sulla vicenda con un post su Fb.
Il piccolo è affetto da iperattività regressa, con ritardo cognitivo e sospetto autismo. Si tratta di un disturbo del neuro sviluppo, che coinvolge principalmente tre aree: linguaggio e comunicazione; interazione sociale; interessi ristretti e stereotipati.
“Ho letto tanti proclami sul web, – aggiunge la mamma di Andrea – personaggi e politici che si indignavano ma probabilmente solo per strappare like e commenti per i loro post. Ho apprezzato il suo post con il quale annunciava maggiore chiarezza. Chiarezza che però purtroppo non è stata ancora fatta”.
“Secondo il mio parere, signora Ministro, in questi giorni la scuola italiana è diventata teatro di uno scempio, di uno spettacolo orrido – scrive ancora la mamma di Andrea – in cui a un bambino, mio figlio, è stato negato di divertirsi insieme con i compagni di classe. La sua colpa? Non si tiene in fila e non parla e quindi la sua presenza nella recita natalizia non avrebbe avuto senso”.
Per questa vicenda, ricorda la mamma di Andrea, “siamo stati convocati dal ministero, ma via WhatsApp e, così com’è accaduto in occasione della comunicazione della sua esclusione dalla recita. Così come allora ho espresso perplessità per il metodo utilizzato”.
“Signora Ministro, le chiedo di intervenire personalmente, da donna a donna, da mamma, lo so che lei mi può capire e che farà giustizia per Andrea e per tutti i bimbi emarginati come è successo a lui e di recente anche ai ragazzini non accettati nell’hotel in Ciociaria. Cominciamo a punire chi emargina per fare in modo che non accada più. Cominciamo dall’Istituzione più importante, la scuola, che prima di tutto deve insegnare a integrare e non emarginare. Altrimenti casi come quello di mio figlio e dei ragazzini in Ciociaria possano accadere di nuovo.
Confido in lei”.
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