Si chiama Laurent Simons, ha 11 anni e si è laureato, con lode, in fisica ad Anversa.
I suoi giochi preferiti sono elementi di circuiti elettrici che costruisce canticchiando, mentre di lui si parla già da qualche anno, quando a sei frequentava già le scuole medie e a otto aveva finito il programma del Liceo.
Più volte in Belgio attorno a questo bambino, riportano le agenzie, si sono aperti dibattiti etici: ma non gli hanno rubato l’infanzia? Non è solo un’atroce crudeltà da adulti fargli bruciare tutte le tappe, condannandolo a una vita di solo intelletto?
Tuttavia lui ha le idee chiare su quello che vuole fare da grande: ”costruire organi artificiali per far vivere le persone più a lungo e curare le malattie”, riferendosi ai suoi nonni che vorrebbe fare vivere a lungo.
“Ha un modo molto particolare di vedere le cose, sarebbe un peccato buttare via questo suo talento”, dice il padre, mentre si sarebbe accertato che Laurent ha una memoria più che prodigiosa, capace di assorbire, così almeno raccontano le cronache, trecento pagine di un manuale di fisica in un solo pomeriggio.
A chi gli chiede se non invidia un po’ i suoi amichetti, magari prigionieri delle tabelline, però liberi di giocare e anche di soffrire per qualche insufficienza, lui assicura che no: “sono loro a essere invidiosi, perché vedono che io sono libero di fare quello che voglio e quando voglio”.
“E’ uno di quei ragazzi che si definiscono ad alto potenziale ha spiegato al settimanale belga Le Vif la dottoressa Bernadette de Bakker. Non possiamo che sperare che partecipi lui stesso al progresso della scienza e che lavori nella ricerca”.
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