Sul caso del bambino di una prima classe di scuola primaria di Milano morto dopo essere precipitato dalla scala della scuola c’è una novità molto rilevante.
Secondo quanto riporta l’Ansa, il Gup del Tribunale ha respinto la richiesta di patteggiamento presentata a suo tempo dalla collaboratrice scolastica.
La vicenda risale a più di un anno fa ed è ampiamente nota: un bimbo di classe prima chiede di andare in bagno, le due insegnanti presenti in classe in quel momento lo lasciano uscire, convinte che nel corridoio fosse presente una collaboratrice scolastica; il bambino si avvia verso i bagni e successivamente, attratto da un sedia da ufficio la accosta alla ringhiera della scala, sale sulla sedia, si affaccia e precipita da un’altezza di una decina di metri.
Le indagini avrebbero accertato responsabilità gravi per le due maestre e per la collaboratrice scolastica chiamate rispondere del reato di omicidio colposo.
La colpa – si legge negli atti della Procura – consisterebbe per tutte e tre in “negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme”.
In particolare, la collaboratrice scolastica non avrebbe “prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale”, non avrebbe “vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno (…) in particolare nello spostamento per recarsi ai servizi” e avrebbe utilizzato “il telefono cellulare per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano”.
Le due insegnanti, “nonostante l’assenza della collaboratrice scolastica assegnata al piano (circostanza che non verificavano) e senza accompagnarlo (nonostante fossero in due in classe)” avevano consentito al bimbo di uscire dall’aula.
Il prossimo 3 marzo si svolgerà l’udienza preliminare nel corso della quale il Gup dovrà decidere per il rinvio a giudizio delle due maestre che fin da subito aveva scelto di affrontare la vicenda ricorrendo al rito ordinario.
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