Home Alunni Bimbo di sei anni perde conoscenza in classe, sarebbe grave: ipotesi caduta...

Bimbo di sei anni perde conoscenza in classe, sarebbe grave: ipotesi caduta dalla sedia o semplice svenimento

CONDIVIDI

Paura in una scuola dell’infanzia della provincia di Pisa. Come riporta La Nazione, un bambino di sei anni ha perso conoscenza in classe. Tutto è avvenuto intorno alle 10,30 di stamani, 9 aprile, mentre la classe stava facendo attività didattica.

La prima ricostruzione dei fatti

Il piccolo è stato immediatamente trasportato all’ospedale con l’elisoccorso. A dare l’allarme sono stati proprio i compagni e le maestre. Ancora non è chiara la dinamica, ma tra le ipotesi c’è anche quella che possa aver sbattuto la testa in seguito a una caduta dalla sedia.

Non si esclude però la possibilità che abbia avuto un mancamento e che sia caduto proprio per questo motivo. Secondo Il Tirreno, il bambino sarebbe grave.

Un altro malore improvviso

Qualche settimana fa una studentessa di 14 anni, classe 2009, si è sentita male a scuola, un istituto del napoletano, poco dopo l’orario d’ingresso. La piccola, purtroppo, nonostante i soccorsi, è morta davanti a compagni e docenti.

Immediati i soccorsi (a scuola era presente anche un defibrillatore) ma non c’è stato nulla da fare per salvarle la vita, nonostante i tentativi di rianimazione del 118. Sul posto i carabinieri della compagnia locale. Le attività didattiche sono state sospese in segno di lutto nella scuola. Indagini sul decesso dovuto comunque a cause naturali, secondo i primi riscontri.

L’uso del defibrillatore a scuola

Vale la pena ricordare che nel 2021 l’Italia si è dotata di una legge, tra le più avanzate in Europa, che disciplina i principali aspetti della rianimazione: dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici e di formazione. I numeri sono indicativi, purtroppo: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila casi in 365 giorni solo in Italia, in media oltre 160 al giorno.

Solo nel 58% dei casi improvvisi, chi assiste la persona colpita da arresto cardiaco interviene con le manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e le ventilazioni, e in una percentuale ancora più esigua – solo nel 28% dei casi – con il defibrillatore. Quello che in tanti vorrebbero in tutte le scuole.