Trascorrere cinque ore tra i banchi di scuola per gli alunni delle scuole secondarie di I grado sono troppe. Esse vanno riviste e rimodulate, in virtù del fatto che dopo la quarta ora di lezione gli alunni più indisciplinati iniziano a recare grave disturbo al buon andamento della lezione chiedendo spesso di andare al bagno, muovendosi continuamente nel banco, sedendosi in una posizione poco consona all’ambiente scolastico, parlando continuamente con il compagno di banco, voltandosi indietro per disturbare chi sta seguendo (e vuole seguire) “in santa pace” l’ora di lezione.
Per questi ovvi motivi occorre riconsiderare il tempo scuola favorendo il termine delle lezioni alle ore 12.30 e quindi limitando la giornata scolastica a quattro ore e riducendo, a sua volta il monte ore annuale fissato a 990.
Del resto il livello di attenzione degli alunni delle scuole medie è minimo per cui trattenerli per cinque ore seduti nei banchi rappresenta per loro un martirio e per il docente fonte di stress, nervosismo e stanchezza.
Purtroppo stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione generazionale che sta portando ad avere alunni sempre più insofferenti, sempre più ingestibili, capaci di rendere il clima di lavoro in classe abbastanza pesante. Insomma cinque ore nei banchi per gli alunni di oggi non è più possibile.
Sarebbe il caso di valutare tutte le opportunità per favorire un orario di lezione articolato su non più di quattro ore giornaliere perché gli alunni difficili creano situazioni di disturbo ai loro coetanei che sono volenterosi e questa condotta è perseguibile perché la giurisprudenza ci dice che l’interruzione continua della lezione da parte degli allievi “disobbedienti” che non rispettano le regole del vivere civile, viene considerata “interruzione di pubblico servizio”.
E qui ritorniamo alla questione che il docente quando è in classe riveste un ruolo importante di “pubblico ufficiale” nell’esercizio delle sue funzioni. Per tale ragione l’interruzione della lezione non crea un clima sereno e produttivo in classe e produce danni agli studenti volenterosi e desiderosi di apprendere.
Ovviamente il docente essendo responsabile della classe non più mandare via dall’aula un alunno indisciplinato perché potrebbe incorrere in sanzioni per omessa vigilanza, perché se si fa male il docente passa i guai.
La vigilanza deve essere sempre assidua e continua: episodi incresciosi creano situazioni difficili per il docente e la condizione di omessa vigilanza sui minori è sanzionabile penalmente per “culpa in vigilando”. La legge, infatti, rimarca molto il concetto di vigilanza dei minori e il docente ne è il primo responsabile, in quanto può incorrere in situazioni di “culpa in vigilando” se il minore non è sotto la sua sorveglianza.
La cosa migliore sarebbe quella di non prolungare l’orario delle lezioni oltre le quattro ore (8.30-12.30) e di questo se ne avvantaggerebbero sia gli alunni che i docenti. I primi si stancherebbero di meno i secondi non vedrebbero compromesso il loro stato psicofisico. Quindi questioni di “sopravvivenza scolastica”.
Mario Bocola
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