Il 19 giugno 1623 nasceva a Clermont Ferrand in Francia uno dei massimi geni del secolo, Blaise Pascal.
La sua riflessione più nota riguarda la metafora della “canna pensante”
“L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale”.
In considerazione dello spirito moderno ed europeo del suo pensiero non è da escludere che all’esame di Stato venga chiesto agli studenti di commentare una delle sue tante riflessioni.
In realtà, però, è difficile dire cosa fu con precisione Pascal perché i suoi interessi spaziarono dalla matematica alla fisica, fino alla filosofia, alla letteratura e alla teologia.
I risultati del suo lavoro e delle sue ricerche sono arrivati fino a noi: al suo pensiero si sono ispirati filosofi del secolo scorso come Heidegger e si chiama Pascal un linguaggio di programmazione ideato agli inizi degli anni ’70 del 900.
Pascal è stato uno dei primi ad occuparsi di calcolo delle probabilità che egli volle applicare persino al problema dell’esistenza di Dio che può essere affrontato come una scommessa.
Se “scommetto” sulla esistenza di Dio e se Dio esiste davvero posso dire di avere vinto; ma se Dio non esistesse in realtà non perderei nulla.
Ma se scommetto sulla non esistenza di Dio e se Dio esistesse io perderei tutto, cioè la vita eterna.
Concretamente – conclude Pascal – un semplice calcolo matematico basta a dimostrare che la cosa più conveniente da fare è proprio quella di scommettere sulla esistenza di Dio e di vivere come se Dio esistesse.
Ovviamente il “calcolo” di Pascal è stato messo in discussione soprattutto dagli illuministi ma resta il fatto che, per questa sua ricerca sulla centralità delle scelte esistenziali, il filosofo francese viene considerato anche un antesignano dell’esistenzialismo di Kierkegaard.
Pascal non ci ha lasciato un sistema filosofico completo e articolato come il suo contemporaneo Cartesio forse anche perché, morendo all’età di 39 anni, non ebbe il tempo di sistematizzare la sua ricerca.
Gli studiosi che si sono occupati di lui sono comunque orientati a ritenere che egli sia stato un personaggio geniale, quasi certamente dotato di una intelligenza superiore alla media.
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