A distanza di mesi si continua parlare di Blanco e della sua esibizione nel corso della prima serata del Festival di Sanremo 2023. In quell’occasione, com’è noto, il cantante ventenne si è scagliato contro la scenografia del palco dell’Ariston composta da rose rosse, prendendole a calci, dopo aver avuto problemi tecnici.
Il gesto ha scatenato un putiferio. Il cantante, il cui vero nome è Riccardo Fabbriconi, è stato addirittura indagato dalla Procura di Imperia per danneggiamento aggravato, rischiando addirittura la reclusione. Dopo che è stata presentata la richiesta di archiviazione del caso, ieri, 5 giugno, l’associazione dei consumatori Codacons si è opposta formalmente. Lo riporta Open.
A riferirlo è l’Adnkronos, che ha preso visione in anteprima dell’atto di opposizione depositato oggi alla procura ligure. “Il sig. Blanco avrebbe distrutto con una violenza inaudita ed inopportuna la scenografia del teatro Ariston solo perché ha avuto problemi tecnici con l’audio e ‘non si sentiva in cuffia’. Ha agito per motivi abietti o futili, l’offesa non può essere ritenuta di particolare tenuità”, questo il loro parere scritto nero su bianco.
A inizio maggio la stessa procura di Imperia ha chiesto l’archiviazione, ritenendo il cantante non punibile “per tenuità del fatto”. Codacons pensa tutt’altro e crede che le indagini debbano proseguire. “La giurisprudenza ha chiarito che la futilità dei motivi si evince dalla assoluta sproporzione tra il reato commesso e l’impulso interiore che lo ha determinato, proprio come accaduto nel caso di specie. E dunque, seguendo tale consolidato orientamento, il pm ha errato nel ritenere non punibile per tenuità del fatto il sig. Fabbriconi proprio per la futilità dei motivi che lo hanno indotto a compiere lo scempio nella città dei fiori in mondovisione e dando altresì un messaggio assai diseducativo per i giovani ed inneggiante alla violenza gratuita”, ha concluso l’associazione.
Ecco l’analisi del gesto da parte dello psichiatra Paolo Crepet: “L’impeto di Blanco è quasi iconoclastico, non è solo un isolato gesto di stizza, ma qualcosa di molto più potente. C’è violenza, rabbia come se vi fosse stata lesa maestà e non un banale guasto tecnico. Si accanisce sui fiori nella città dei fiori, come spaccare automobili sotto la fabbrica della Fiat. Se la prende con il lavoro di tante persone come se e tutto fosse dovuto a una giovane star”.
Lo studioso si è concentrato su ciò che questo evento ha trasmesso all’esterno: “Questa è stata la notizia più veicolata dalla rete della serata del Festival: la sua veemenza, la sua furia indomabile. Lui ha chiesto scusa, ma il danno è fatto. Ogni parola e gesto in quel luogo diventano virali, a maggior ragione se sono i giovani a guardare e prendere nota”.
Ed ecco un’analisi generale, più ampia, estesa ai giovanissimi e agli episodi di cronaca e di violenza che sembrano essere all’ordine del giorno che spesso raccontano la stessa forza distruttiva di Blanco, la stessa, magari, incapacità di gestire gli imprevisti: “Viviamo violenze quotidiane nelle piazze e nelle scuole, tra chi spara pallini di gomma a un’insegnante e chi organizza risse mortali, fra chi porta alcolici tra i banchi e chi spruzza spray al peperoncino, tra chi insulta e chi minaccia i professori”.
Crepet, ovviamente, non ha generalizzato, ma ha sottolineato la problematicità di questi frequenti fenomeni: “Non tutti i giovani sono così, ovviamente, ma sono tanti, troppi e di quella scena di calci e distruzione in diretta televisiva durante la più importante festa nazionale proprio loro non ne avevano bisogno. Anche perché in tante famiglie quella violenza è quotidianità: se passa l’idea che ‘si può perché l’hanno fatto anche a Sanremo’ si rischia di seminare grandine”, ha concluso, parlando del rischio di emulazione.
C’è da dire, come riporta Today.it, che non sono pochi i ragazzi che hanno gradito la scena, che credono che Blanco abbia fatto bene, che si sono sentiti addirittura di lodare il cantante. Tra i commenti di TikTok in molti minimizzano il tutto, pensando che sia stato tutto organizzato. “I fiori fanno sempre una fine, ovvero essere buttati (soprattutto le rose)”, scrive una ragazza su Instagram. “Lui ha sbagliato, ma il pubblico è composto da gente grande, matura e di una certa importanza. Arrivare a urlare ‘buuu’ come i bambini di 13 anni quando è stato chiesto di far ricantare la canzone, li ha fatti risultare ancora più infantili della reazione di Blanco”, afferma un’altra.
Leggendo i vari commenti arrivati al nostro profilo Instagram, i docenti sembrano alquanto compatti contro Blanco, che pare abbia abbandonato la scuola in seguito al successo e a delle bocciature: “Con questi esempi il nostro lavoro diventa sempre più difficile”, “L’episodio doveva essere criticato in diretta, non è educativo per i ragazzi”, “Vergognoso anche solo mostrarlo”, “Me lo immagino a scuola questo incivile”, questi sono solo alcuni dei messaggi di critica che ci sono giunti.
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