Non ci sono dubbi: l’argomento della giornata, fin dalla notte passata, è sicuramente il Festival di Sanremo 2023 e ciò che ha fatto più scalpore nel corso della prima serata della kermesse canora arrivata alla 73esima edizione, andata in onda ieri, 7 febbraio.
Di cosa si tratta? Ovviamente del raptus d’ira, se così può essere definito, di Blanco, cantante alla soglia dei vent’anni tra i più quotati del momento. Riccardo Fabbriconi, questo il nome del giovane cantante che l’anno scorso ha vinto proprio al Festival in coppia con Mahmood con la hit “Brividi”, è stato uno degli ospiti della serata.
La sua esibizione con “L’Isola delle Rose”, la sua nuova canzone, è stata letteralmente un disastro: la performance dell’idolo delle ragazzine (e non solo) purtroppo è stata compromessa da qualche problema tecnico: il cantante non sentiva il ritorno della sua voce in cuffia. Fin qui, niente di così eclatante. Se non fosse che Fabbriconi ha improvvisamente smesso di cantare e ha iniziato a dare violenti calci alle fioriere presenti sul palco, per qualche minuto. “Non sentivo la musica, ho cercato di divertirmi comunque”, questa la sua giustificazione.
Il risultato? Il palco è rimasto praticamente coperto da petali di rose e aiuole distrutte, con un Amadeus incredulo e un pubblico che ha sommerso di fischi il giovane, che è stato criticato da ogni parte per non essere riuscito a mantenere la calma e per aver fatto qualcosa di profondamente immaturo. Ma perché Blanco ha reagito in questo modo? Cosa ha fatto scattare in lui questo gesto? Cosa c’entra tutto ciò con la scuola?
A riflettere sull’accaduto è stata Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, nel corso del format settimanale “Facciamo il punto”. “Piaccia o no, da anni all’evento ‘Festival di Sanremo’ si riconosce una portata educativa. Allora non è forse così fuori luogo ricordare uno dei principi basilari dell’educazione: si apprende ciò che si vede, prima ancora di ciò che ci viene detto. Chiediamoci quale messaggio trasmetta l’episodio di ieri. Proviamo magari a trasferirlo in un contesto scolastico”.
La Barbacci ha cercato di fare una riflessione abbastanza ampia, senza colpevolizzare il cantante, trasponendo l’episodio a livello generale: “Se Lionel Messi, per un brutto fallo, avesse dato in escandescenze simili, non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Immagino un’espulsione e forse anche una squalifica. Non mi pare un gesto ‘trasgressivo’ e paragoni con esempi ‘dirompenti’ di grandi icone del rock mi sembrerebbero addirittura blasfemi. Qui parlerei solo di pessima gestione della rabbia da parte di un giovane sottoposto a forte pressione, e mi chiedo se non sia altrettanto discutibile la gestione che del caso è stata fatta dai responsabili dell’evento”, ha aggiunto.
“La mente va a tanti episodi, anche recenti, con cui ogni giorno chi lavora nella scuola si trova a fare i conti, e mi chiedo quale rinforzo l’azione educativa dei nostri insegnanti possa ricevere da quanto accaduto e trasmesso in Eurovisione”, ha concluso.
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