Udu e Rete degli Studenti Medi, protagonisti del blitz di questa notte, fanno sapere in una nota che “anche quest’anno saremo presenti negli atenei di tutta Italia per distribuire la nostra ‘Guida al Test sicuro’: al suo interno è indicato tutto ciò che deve accadere per far sì che il test si svolga in maniera regolare, evitando quindi che prove inique e fallaci vadano a condizionare il futuro di studenti già pesantemente danneggiati da questo sistema di accesso”.
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Mentre gli aspiranti medici attendono di essere identificati per accedere al test di ingresso alla facoltà di medicina, fuori dalle aule alcune organizzazioni studentesche, come Udu e Link Coordinamento universitario, ribadiscono il loro “no al numero chiuso”.
“Il numero chiuso chiude gli ospedali”, denunciano gli studenti di Link, che indossano camici bianchi e, al collo, il cartello “volevo fare una visita medica ma ho trovato chiuso”. Protestano anche l’Udu e la gioventù comunista. “Questi test non sono in grado di giudicare gli studenti”, denuncia Elisa Marchetti dell’Udu. Accanto a lei due buttafuori che, in un flash mob, selezionano candidati in base a “segno zodiacale e colore di capelli”.
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