Nella notte l’Unione degli Studenti ha fatto un blitz al Miur con maschere raffiguranti il codice a barre, simbolo della schedatura che produce l’Invalsi, esponendo uno striscione con scritto “Studenti, non numeri! #StopInvalsi”.
“La Buona scuola ha esteso il modello Invalsi introducendo classifiche e selezioni per scuole, docenti e studenti. Noi crediamo che i test Invalsi siano dannosi e che creino discriminazioni. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test”: così gli esponenti di UdS.
Ma anche il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) ha boicottato i test, racconta La Repubblica, con un’azione sotto il Ministero dell’Istruzione e realizzando azioni di protesta e volantinaggi in decine di scuole di Roma, in contemporanea con manifestazioni analoghe nel resto d’Italia.
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«I test Invalsi dequalificano l’istruzione imponendo una didattica nozionistica, appiattita sul modello dei quiz a crocette – hanno spiegato i responsabili scuola e università del FGC – È ormai evidente il progetto che si cela dietro questi test: promuovere la distinzione fra scuole di serie A e di serie B, per arrivare a ripartire alle scuole “meritevoli” quel poco che resta dei fondi pubblici per l’istruzione dopo i tagli questi anni. È a questo che si arriverà: una competizione fra le scuole per accaparrarsi le briciole, di cui la scuola italiana non ha affatto bisogno. Si dovrebbe piuttosto intervenire proprio sulle scuole in difficoltà e investire per garantire il diritto a un’istruzione di qualità in ogni istituto, anche nelle scuole di periferia o quelle del Meridione».
Al dicastero di viale Trastevere hanno manifestato anche i Cobas, in sciopero nazionale contro i quiz ma anche contro la “Buona scuola”: il premio di “merito”, la chiamata diretta da parte del preside per incarichi solo triennali, l’obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei e di 400 nei tecnico-professionali, l’accordo sulla Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della “fase C”.
venerdì 13 maggio, saranno le maestre e le educatrici dell’Usb, che da lunedì scorso presidiano palazzo Vidoni, a incrociare le braccia assieme a tutti i dipendenti capitolini del sindacato di base.
Tuttavia, secondo i dati forniti dal Miur, le prove, anche nella secondaria di secondo grado, sarebbero state regolari nel 90% delle scuole.
Le prove hanno registrato la partecipazione di circa 550.00 mila studenti delle classi seconde, e la percentuale di regolarità ha superato di poco il 90% delle scuole. Pertanto, comunica l’Invalsi: il grado di partecipazione delle classi alla prova di italiano e di matematica è tale da garantire la significatività della rilevazione sia per le classi campione sia per quelle non campione.