La “stretta” sulle assegnazioni provvisorie imposta dal Miur potrebbe essere giunta ad un punto di svolta.
Il ritorno al blocco triennale per neo assunti e annuale per chi ha ottenuto il trasferimento nel 2017, oltre che la paventata riduzione dei requisiti utili all’accesso, non va infatti proprio giù ai sindacati.
I quali fremono. Tanto che mercoledì scorso, 14 giugno hanno trovato il modo di parlarne alla ministra Valeria Fedeli, nel corso di un incontro che sarebbe dovuto essere interamente dedicato all’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale da attuare non appena si realizzerà l’Atto d’indirizzo.
E la ministra avrebbe lasciata aperta una porta. Quella che invece avevano sbattuto gli stessi sindacalisti pochi giorni prima, al termine di un duro incontro con il direttore generale del personale, Maria Maddalena Novelli.
L’ex direttore dell’Usr laziale, infatti, aveva messo sul “piatto” solo la possibilità di alzare, da 6 12 anni, l’età massima dei figli a cui ricongiungersi dopo il brusco abbassamento della soglia massima: per il Miur, infatti, le estensioni fino alla maggiore età, previste dal comma 8 dell’articolo 7 del contratto su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sottoscritto giusto dodici mesi fa (“Si considerano anche i figli che compiono i 6 anni o i 18 anni entro il 31 dicembre dell’anno in cui si effettua l’assegnazione provvisoria”), dalle assegnazioni di questa estate sarebbero dovute venire meno.
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Ai sindacati, però, la proposta non è piaciuta. E hanno rifiutato l’offerta. Perché sarebbero comunque rimasti in vita sia il blocco triennale per i neo assunti, sia quello annuale per chi ha ottenuto od otterrà il trasferimento nel 2017: in questo modo migliaia di docenti, che lo scorso anno trovarono proprio l’assegnazione provvisoria, il treno giusto per tornare o avvicinarsi alla propria residenza, si sarebbero dovuti sin d’ora mettere l’anima in pace. E rimanere dove sono stati destinati dall’algoritmo (quello che il Tar, su ricorso patrocinato dalla Gilda degli insegnanti, ha accertato essere dir poco lacunoso).
“Si tratterebbe di un clamoroso passo indietro – ci dice un sindacalista presente alla contrattazione – perché come si potrebbe spiegare questa mossa, dopo che lo scorso anno l’assegnazione provvisoria fu allargata a tutti i docenti e proprio mentre si sta sottoscrivendo l’accordo Madia sul pubblico impiego che rivitalizza la contrattazione sindacale?”.
È chiaro, a questo punto, che la partita si sposta su un piano decisamente più politico che tecnico. Ecco perché i sindacati stanno tentando di tirare la ministra per la giacca. Sapendo anche che una delle mission dell’ex sindacalista è proprio quella di ricucire con i rappresentanti dei lavoratori. E, di conseguenza, con docenti, Ata e presidi.
Basterà per confermare la soluzione allargata dello scorso anno? È difficile dirlo, anche perché è stata la stessa Fedeli ad annunciare, da diversi mesi, l’assegnazione provvisoria ristretta ad alcune categorie. A breve, comunque, ne sapremo di più: se si vogliono terminare le nomine con l’avvio del nuovo anno, altra promessa della Fedeli, non c’è più tempo da perdere.
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