Con i provvedimenti normativi adottati in questi anni, ha negato ai lavoratori pubblici dei comparti della conoscenza il diritto al rinnovo dei contratti. Un atto illegittimo che compromette quanto sancito dalla Costituzione, negando a tutti i lavoratori il diritto a una retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto, con la conseguente grave perdita del potere d’acquisto dei salari e un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro.
“In uno stato di diritto le battaglie alla fine approdano anche nelle aule giudiziarie – afferma Domenico Pantaleo, Segretario Generale Flc-Cgil – e il ricorso presentato dalla Flc contro il blocco dei contratti rafforza la rivendicazione legittima dei lavoratori per la riconquista del Ccnl, contro l’ostinato blocco riconfermato dal governo Renzi. Non ci può essere miglioramento della qualità dei settori della conoscenza senza valorizzare in termini salariali e professionali il lavoro. È ormai chiaro – continua Pantaleo – che la ripresa economica non è ostacolata dal rinnovo dei contratti e che, al contrario, il mancato rinnovo contribuisce a ostacolare la ripresa, in quanto aggrava la crisi dei consumi e impoverisce i lavoratori della conoscenza”.
In allegato una TABELLA che riassume numericamente la perdita salariale (quasi il 9%) dei lavoratori dei della scuola, dell’università, della ricerca e dell’Afam (accademie e conservatori) a causa del blocco dei contratti dal 2010 al 2014.
Tabella dati perdita salariale lavoratori scuola
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