La decisione sarebbe stata presa dal governo Monti, ma l’onere di approvarla e metterla in atto toccherà al prossimo esecutivo.
Viene confermato il blocco dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego almeno fino al 31 dicembre 2014. L’operazione sul blocco dei rinnovi prevede risparmi di spesa per circa un miliardo e mezzo annuo per il biennio 2013-2014, 659 milioni sul 2015 e 726 milioni per il 2016.
La scuola dovrà contribuire con circa 300 milioni di euro. Ma quali potrebbero essere gli effetti negativi di questo ulteriore blocco contrattuale? Per avere un’idea completa della gravità di tale provvedimento bisogna considerare soprattutto alcuni aspetti di natura previdenziale, che determineranno tagli ingenti ed immaginabili. Per fare un esempio pratico, possiamo affermare, calcoli alla mano, che, chi si avvicina al traguardo della pensione essendo ormai entrato in un sistema di calcolo pensionistico, retributivo, sconterà sull’assegno di pensione circa l’80% del costo complessivo del blocco. In sostanza , coloro che a causa del blocco perderanno gli aumenti stipendiali per 5.000 euro e andranno in pensione nel 2014-2015, avranno diritto ad una pensione più leggera di circa 4000 euro annui rispetto a quella che avrebbero potuto ottenere senza questo ulteriore blocco contrattuale.
Si tratta di un danno ingente e irreversibile. Un altro aspetto, meno ingente, ma molto significativo del degrado economico-finanziario, raggiunto nel nostro Paese, è quello del mancato, almeno stando alle indiscrezioni della stampa specializzata, incremento dell’indennità di vacanza contrattuale.
Si tratta della miserevole somma di massimo 20 euro mensili, dovuti per il ritardo del rinnovo contrattuale. Anche questi pochi soldi non verranno ad incrementare l’altra vacanza contrattuale del biennio 2010-2012. Questa è la triste realtà economico-finanziaria dei dipendenti pubblici e di tutto il personale scolastico, non ci sono soldi nemmeno per piangere.
Nonostante ciò, si sono impegnati ad approvare, sempre sulle spalle degli insegnati, nuovi sistemi di valutazione delle scuole, senza tenere in alcun conto la svalutazione economico e professionale dell’intera classe docente.
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