Il rinnovo del contratto scuola non piace nemmeno all’Anquap, l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, che sta organizzando per il prossimo 22 febbraio una protesta davanti al Ministero dell’Istruzione, sotto forma di flash mob.
L’Associazione sembra piuttosto determinata e il flash mob previsto per il 22 febbraio potrebbe essere solo la prima di una serie di proteste: “La misura è colma e dopo anni di blocco delle retribuzioni ed enormi carichi di lavoro reagiremo con il blocco degli uffici di segreteria e con le dimissioni in bianco”, si legge su Ansa.
L’intesa firmata lo scorso 9 febbraio infatti, se non è stata presa bene dai docenti, è stata criticata ancora di più da Dsga e tutto il personale ATA, i cui aumenti sono anche inferiori rispetto a quelli degli insegnanti, nonostante per gli stipendi più bassi, ad esempio quelli dei collaboratori scolastici, viene introdotto un meccanismo perequativo, che riguarda però solamente il periodo marzo/dicembre 2018 e che cesserà quindi di essere erogato a partire da gennaio 2019.
“La soluzione c’è: riaprire la trattativa per rispettare e riconoscere il lavoro dei Direttori e del personale Ata“, fa sapere l’ANQUAP, che si sta preparando per scendere in piazza il prossimo 22 febbraio, davanti al Ministero dell’Istruzione, per esprimere appunto la propria insoddisfazione sui contenuti normativi ed economici dell’ipotesi di contratto nazionale del Comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2016-2018.
In quell’occasione sarà presente anche il presidente di Anquap, Giorgio Germani.
Subito dopo il flash mob, Anquap terrà un’assemblea pubblica presso il Centro Congressi Cavour durante la quale saranno messe sul tavolo le proposte alternative al contratto.
L’accusa maggiore dell’Associazione è quella dell’ennesimo abbandono di tutto il personale ATA e DSGA da parte delle istituzioni e del Governo. Infatti, in un documento presente sul sito dell’associazione, si ricorda che nel triennio 2009/2011 sono stati tagliati 44500 posti ATA; nelle scuole sottodimensionate, che pur mantengono l’autonomia, non esiste un DSGA titolare e per i direttori che dirigono una seconda scuola è stata confermata un indennità mensile di appena 214 euro.
Da questi punti, l’ANQUAP fonda la propria protesta, che, a quanto pare, potrebbe essere più lunga del previsto.
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