I sindacati come è ben noto esprimono unanimemente una netta contrarietà a quanto deliberato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati, che hanno espresso parere favorevole all’ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici.
Bisogna ricordare che la scuola è un settore duramente colpito da politiche di austerità che durano da almeno un decennio, si sono tagliati dal 2008 ad oggi oltre 8 miliardi di euro, il contratto della scuola è scaduto dal 2009 e lo scatti di anzianità per il 2012 è ancora bloccato, adesso si parla convintamente di bloccali ancora fino al 2014.
Se si procedesse con l’attuazione del blocco contrattuale, tale provvedimento sarebbe per il personale della scuola doppiamente penalizzante, in quanto al blocco del contratto aggiungerebbe il blocco degli aumenti di anzianità, previsti dal Contratto vigente e quindi già stabilmente finanziati. Nonostante si dica che un’ulteriore proroga del blocco dei contratti sarebbe inaccettabile e rischierebbe di ledere i rapporti sindacali con il governo, la macchina tritatutto della nuova spending review continua ad elaborare la concreta possibilità di tale blocco. Ma in cosa consisterebbe con precisione questa elaborazione? Si tratta di un provvedimento che non darà luogo , senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013/2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche”. Oltre dunque alla sospensione delle previsioni contrattuali, per il personale, “non si darà luogo, senza possibilità di recupero, al riconoscimento degli incrementi contrattuali eventualmente previsti a decorrere dall’anno 2011.
Nella sostanza si tratterebbe di un ritorno al blocco triennale degli scatti di anzianità, si parla anche di un blocco di un ulteriore incremento della vacanza contrattuale e della proroga dell’attuale contratto scuola ancora fino al 2014. In questa fase la politica si è chiusa nelle sue stanze, con l’evidente dubbio amletico : blocco o rinnovo contrattuale? Pare che questa decisione dipenda anche dal gravoso problema legato all’eliminazione dell’ IMU e al tentativo di scongiurare l’aumento dell’IVA, che per ora è rinviato alla fase politica autunnale. Nel frattempo la considerazione principale da fare, visto le basse retribuzioni del personale della scuola, è quella di comprendere l’importanza della salvaguardia del potere di acquisto, che potrebbe essere vanificata da un ulteriore blocco contrattuale, con evidente ripercussioni nei consumi. Purtroppo guardando le problematiche dei docenti del Portogallo e della Grecia, che stanno subendo in questi giorni tagli, licenziamenti e blocco dei contratti, il timore che il dubbio amletico del “blocco o rinnovo contrattuale”, si risolva nella certezza di un gravo e insostenibile prolungamento del blocco del contratto scuola. Ma a volere essere ottimisti ci piace rimanere con il dubbio: sarà blocco oppure rinnovo contrattuale?