C’è una prima persona indagata a Milano in uno dei tanti fascicoli aperti nelle ultime settimane dopo denunce, segnalazioni e l’esplosione, anche mediatica, del fenomeno del ‘Blue Whale’, il cosiddetto “gioco” sul web, fatto di 50 prove tra cui atti di autolesionismo, che può spingere le vittime adolescenti fino al suicidio e che soprattutto è a rischio emulazione.
Una ventenne milanese, infatti, a seguito delle indagini della Polizia postale, è stata iscritta per istigazione al suicidio perché via Instagram avrebbe convinto una ragazzina di 12 anni, che vive tra Roma e il nord Italia, a procurarsi alcuni tagli e ad inviarle le foto.
L’indagine è appena agli inizi tanto che, dopo il sequestro di un notebook e del telefono all’indagata ai primi di giugno e l’acquisizione del cellulare della vittima, nei prossimi giorni si terrà un accertamento tecnico irripetibile per appurare il tenore dei messaggi incriminati e se davvero siano stati spediti dalla 20enne.
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Sul tavolo del pm milanese sono arrivati inoltre una ventina di fascicoli che riguardano una cinquantina segnalazioni, inoltrate da genitori e insegnanti, su altrettanti giovanissimi che nelle ultime settimane avrebbero aderito alla Blue Whale.
Sugli altri casi, tra cui due suicidi di adolescenti che frequentavano tutti lo stesso istituto superiore di Milano e il tentato suicidio di una loro compagna di scuola, invece, si sta ancora indagando.
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