Un sospiro di sollievo, lungo e profondo, possono dunque tirare i lavoratori della scuola impelagati dietro la barricata dalla riforma Fornero sulle pensione che ha fissato al 31 dicembre invece che del 31 agosto, con la chiusura della scuola, il termine per andare in pensione.
L’on Francesco Boccia (ma anche Manuela Ghizzoni che dal primo giorno ha seguito questo gruppo di persone), ha mantenuto la promessa di risolvere questa lunga e tormentata questione.
E infatti nel comunicato continua: “C’è, dal punto di vista parlamentare, il massimo impegno perché si trovi una soluzione e la mia posizione in commissione Bilancio è chiara: le coperture finanziarie per cancellare quell’errore si devono reperire. La palla adesso passa al governo: la settimana scorsa ho inviato una lettera al ministro Saccomanni e adesso sto spingendo perché ‘Quota 96’ rientri tra i provvedimenti all’odg in uno dei prossimi Cdm”
“Parola di re è parola di re”, dice un vecchio adagio, e l’on Boccia, dopo l’incontro del 22 maggio scorso a Roma col Comitato “Quota 96”, non pare abbia arretrato dalla sua promessa. Promessa tuttavia che anche altri gruppi parlamentari nelle persone di Pannarale, Centemero, Marzana hanno mantenuto, se la questione va in porto come sembra stia avvenendo.
Ma cosa chiede Boccia a Saccomanni, ministro dell’economia?
“Desidero informarla che la V Commissione Bilancio ha deliberato di chiedere al Governo la predisposizione entro giovedì 1 agosto della relazione tecnica sul testo unificato della Pdl 249, recante le modifiche” alla legge Fornero. Essa deve indicare: “i beneficiari che maturerebbero i requisiti al trattamento pensionistico nel corso dell’a.s. 2011/12 e comunque dopo il 31 dicembre, vale a dire dal 1 gennaio al 31 agosto; i beneficiari che maturerebbero i medesimi requisiti nel corso della restante parte del 2012, ossia dal 1 settembre alla fine dell’anno”.
Le premesse dunque sono tutte positive e quello che sembrava l’unico ostacolo, il reperimento dei fondi, sembra risolversi, come pure la questione relativa al numero complessivo della platea di coloro che non sono rientrati tra i beneficiari della legge sulle quote varata da Damiano durante il governo Prodi. Da una primitiva somma di 3500 persone si è poi passati a 9000, secondo l’Inps, per attestarsi infine a circa 6 mila.
In ogni caso, a leggere le parole dell’on. Boccia, la materia, dopo l’approvazione in Commissione bilancio, se (è obbligatorio il se) sarà approvata, dovrebbe subito dopo passare al Consiglio dei ministri in modo forse che venga adottato un decreto legge che renda operativo il provvedimento cosicché già al primo settembre il personale “Quota 96” possa lasciare la scuola e si possano nominare i nuovi docenti.
Anche i precari dunque in attesa che si risolva in modo definitivo l’affaire “Quota 96”.
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