L’eliminazione della bocciatura è già stata applicata di recente in altre realtà europee, che partendo dall’asserto che bocciare è inutile o a volte addirittura dannoso, hanno attuato la norma di non fare ripetere più l’anno scolastico agli studenti. Bisognerebbe aggiungere per fare un’operazione di verità, che bocciare fa spendere ingenti risorse economiche allo Stato e quindi è dannoso anche per le finanze pubbliche. Le esternazioni della Ugolini ci conducono a pensare, che presto anche in Italia passerà la norma del tutti promossi a fine anno.
Quali sarebbero le strategie, per il sottosegretario all’istruzione, per aiutare i ragazzi in difficoltà in modo da meritarsi un’onesta promozione? Si parla di percorsi trasversali e individualizzati da attuare durante l’anno, volti a colmare lacune pregresse e a rafforzare conoscenze e competenze. Insiste la Ugolini : “bocciare non serve a nulla”.
Questo è dimostrato dalle ricerche dell’Invalsi condotte dal 2008 in poi, se con cambia l’offerta della scuola e di conseguenza l’interesse del ragazzo: lo stesso anno, ripetuto uguale a se stesso, non dà nulla in più, è l’anticamera del “Not in Education, Employment or Training”, i ragazzi che ricevono istruzione. É utile invece se non si ripetono gli stessi errori, da parte degli alunni, ma anche di genitori e insegnanti . Da un’analisi dei numeri degli scrutini di questo anno scolastico, si comprende che il problema bocciature è localizzato nel primo biennio delle superiori e in particolar modo negli istituti tecnici e professionali.
La questione va affrontata e risolta, si sta lavorando su delle linee guida che rendano omogenei i livelli di formazione sul territorio attraverso una sinergia tra imprese, scuola e università. Speriamo che almeno questa volta alle belle parole corrispondano i fatti e che non sia come spesso accade, buone motivazioni per fare risparmio sulla pelle dei ragazzi e dei docenti.