I lettori ci scrivono

Bocciare o promuovere? Ci vuole anche il buon senso

L’articolo “Addio ai giudizi sospesi, solo bocciati o promossi in una scuola, il ds: “impossibile recuperare nei mesi estivi lacune gravi” mi trova d’accordo. 
Sì, perché non tutte le materie – ferma restando la ugual dignità di ognuna di esse – hanno ugual peso in tutti i corsi di studio. 

Facciamo due esempi:

1) lo studente X frequenta li liceo classico, ha voti lusinghieri in tutte le materie meno che in matematica, dove proprio non riesce a raggiungere la sufficienza. Questa condizione però non intralcia il percorso fondamentalmente umanistico di questo tipo di scuola. Quindi – in assenza di altre valutazioni negative – può essere promosso.
2) lo studente Y frequenta l’istituto tecnico industriale, è anche lui bravo, ma ha permanenti insufficienze in storia. Questa condizione però non intralcia il percorso fondamentalmente tecnico di questo tipo di scuola. Quindi promozione pure per lui (anche perché chi dovrà assumerlo non gli chiederà certo competenze in storia!).

Nel formulare valutazioni e giudizi scolastici occorre applicare il buon senso.
Ricordate il film “Totò e i re di Roma”?
Il principe della risata interpreta l’archivista Ercole Pappalardo, che per ottenere una promozione sul lavoro deve superare l’esame di licenza elementare. L’ottuso e odioso maestro Palocco, impersonato dal grande Sordi, insiste nel voler sapere da Pappalardo cose tipo: qual è il lago più grande d’Italia. Ma Pappalardo, uomo concreto, ribatte: “non chiedetemi certe cose, chiedetemi quanto costa un chilo di pane, un litro di olio…”.
Ecco: a mio giudizio tutto questo è rapportabile a quanto ho detto sopra.

Daniele Orla

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