Categorie: Estero

Bocciata al concorsone per uno sbaglio dei commissari

Diversi bocciati che si sono presi la briga di andare a controllare i loro scritti, hanno avuto sorprese. E hanno deciso di fare ricorso. Tra questi, l’aspirante insegnante di storia e filosofia Ilaria Cacozza, 30 anni, di Rende (Cosenza): lei non aveva superato la prova scritta di storia (classe di concorso A037). Sui quattro quesiti sottoposti allo scritto, aveva preso 6 per ciascuno e quindi 24 punti totali quando il minimo per passare era 28 punti (una media del sette) a fronte di un voto massimo di 40 (media del 10, appunto). Ecco, una griglia di valutazione sufficiente (media del sei) per la candidata di Rende, ma insufficiente per proseguire nel percorso per salire in cattedra (come hanno controfirmato un presidente di commissione e due commissari chiamati a giudicare dall’Ufficio scolastico regionale per la Calabria).
ECCO IL VERBALE DI CONCORSO
La candidata Ilaria Cacozza non ha gradito, ovviamente, la bocciatura, pensando tra l’altro di aver realizzato una prova migliore rispetto al giudizio ottenuto. E così ha chiesto un accesso agli atti, lo scorso 9 luglio. Bene, la copia della griglia di valutazione (che qui riproduciamo) ha dato ragione alle sue sensazioni: su ogni quesito il voto ottenuto non era stato “sei”, come messo a verbale dalla commissione giudicante, ma “sette”, come risultava dalla somma algebrica delle quattro voci per ogni singolo quesito: “correttezza linguistica”, “pertinenza”, “completezza”, “originalità”. Per ogni quesito i punti erano stati “2+2+2+1”, ovvero “sette”. Sette per quattro ventotto (voto che avrebbe garantito l’ammissione alla prova successiva, l’orale) e non ventiquattro, come visibile invece sulla pagina. Un madornale errore di aritmetica da prima elementare aveva fatto fuori una candidata meritevole di promozione.
Ilaria Cacozza ha fatto ricorso e spera di poter dare l’orale in una sessione suppletiva, tuttavia la graduatoria dei vincitori è già stata stilata e i posti assegnati. I tre professori (asini) della commissione giudicante risponderanno delle loro scarse conoscenze matematiche? Restituiranno allo Stato, almeno, il gettone di presenza?

Redazione

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