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Bocciata per troppe assenze con la media dell’otto: “Ho l’endometriosi. I prof mi dicevano che i compagni erano migliori”

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Una studentessa di 17 anni, iscritta al quarto anno delle superiori di un istituto della provincia di Salerno, è stata bocciata per aver fatto troppe assenze. I genitori della giovane, che ha l’endometriosi, però, non ci stanno. Ecco i dettagli della vicenda, come riporta Il Mattino.

I docenti hanno infatti deciso di bocciare la ragazza nonostante abbia una media di voti dell’otto. Questo a causa delle troppe assenze, ben 152 in un anno. L’anno precedente era stata costretta ad assentarsi 155 volte ma era riuscita ad essere promossa.

“Dalla scuola mi sarei aspettata un trattamento diverso”

“Da due anni a questa parte – racconta la ragazza – mi sono ritrovata a fronteggiare alcuni problemi di salute che non mi hanno permesso di condurre una vita normale. Ogni aspetto della mia esistenza è stato minato, stravolto, compresa la vita scolastica. Solo che dalla scuola, mi sarei aspettata un trattamento ben diverso. Invece ho riscontrato un clima ostile, come se ciò che stavo vivendo dipendesse da me”.

“Per via della malattia ho visto la mia quotidianità mutare. La scuola rappresenta un pezzo di questa quotidianità, un anello della catena, è come la famiglia, è come gli amici. È proprio per questo che si sarebbe dovuta adattare alla mia nuova vita garantendomi la sua presenza, non sparire. È un mio diritto ed è anche un dovere, motivo per cui ho sempre cercato di adempiere ad ogni mio compito a prescindere dalla mia condizione”, aggiunge.

“La scuola è sempre stata la mia priorità”

La giovane dice che alcuni episodi che, secondo lei, hanno messo in evidenza che per la scuola che frequentava, “lei era un problema”. “Alcuni docenti – dice – ci hanno tenuto a ricordarmi che non eravamo all’università, umiliandomi davanti ai miei compagni e incitandoli a dipingersi come le vere vittime della storia, perché loro a differenza mia si spaccavano la schiena tutto l’anno, erano sempre presenti”. 

“Quando il dolore era troppo forte da non permettermi di stare seduta – racconta quasi tra le lacrime – studiavo a letto. Ho faticato come una matta perché la scuola è sempre stata una mia priorità, perché ci tengo allo studio e a costruirmi un futuro. Con tanta perseveranza, con tanti sforzi, sono riuscita ad ottenere lo stesso dei buoni risultati scolastici”.

“Abbiamo chiesto alla preside – rivela la mamma della studentessa – la didattica a distanza, ci hanno invece consigliato di ritirarla da scuola per poi sostenere un esame a giugno. Abbiamo rifiutato”. La 17enne ha continuato a studiare nella speranza di farsi interrogare negli ultimi giorni di scuola dai docenti che non avevano valutazioni per il giudizio finale. “Ma alcuni di loro – dice la ragazza – si sono rifiutati di ascoltarmi mentre altri hanno mi hanno detto che abbiamo fallito noi, non tu”. Ora sulla vicenda, su iniziativa della famiglia, si esprimerà la magistratura.

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