Gli esami di Stato sono ormai conclusi nella maggior parte delle scuole italiane, con una percentuale minima di bocciati che si annoverano per lo più fra i privatisti.
I candidati interni respinti sono pochissimi, come sempre.
Alcuni di loro ci hanno scritto per sapere se e come sia possibile presentare un ricorso.
Per rispondere correttamente a questa domanda bisognerebbe ovviamente conoscere i dettagli di ciascun caso, ma qualche suggerimento generale lo possiamo fornire.
Intanto è bene precisare che ricorrere contro un esito considerato “ingiusto” è molto rischioso perchè il TAR non può entrare nel merito delle decisioni delle commissioni ma si deve limitare ad esaminare la regolarità della procedura, tranne casi molti particolari.
Come quello, ad esempio, di chi viene bocciato pur avendo 5 anni di percorso scolastico positivo (ma si tratta certamente di casi più unici che rari).
Le situazioni che – tipicamente – possono giustificare un ricorso sono di altro genere: all’orale lo studente è stato interrogato da una commissione palesemente incompleta, la commissione non ha mai operato in modo collegiale e così via.
Però, prima di avventurarsi in un ricorso al TAR, che peraltro non è proprio poco costoso, potrebbe essere utile iniziare a presentare una richiesta di accesso agli atti: un legale esperto di procedimenti amministrativi potrebbe essere in grado di capire facilmente se ci sono vizi procedurali da poter impugnare.
Ma la questione non è lo stesso banale, perché bisogna anche considerare che si potrebbe ottenere ragione dal TAR, ma in tempi lunghi, magari anche dopo mesi.
E’ vero che il TAR ha la facoltà di disporre una sospensiva del provvedimento di bocciatura, ma tale decisione non è affatto automatica e viene valutata caso per caso dal tribunale.
Insomma, il ricorso è certamente uno strumento che si può utilizzare ma non è detto che sia risolutivo di ogni situazione.
Un ultima considerazione: se la bocciatura è legata ad una preparazione sommaria (e quasi sempre lo è) forse varrebbe la pena di farsene una ragione e di pensare seriamente a rimettersi a studiare. Potrebbe servire per affrontare meglio il percorso futuro.
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