La bocciatura è da annullare per via di un anno scolastico non ordinario, caratterizzato dalla didattica a distanza e dalla non facile organizzazione delle lezioni. Il Tar della Puglia ha accolto il ricorso dei genitori di un alunno del primo anno di un liceo scientifico del Barese che non ha potuto frequentare corsi di recupero. Secondo il Tar pugliese infatti “l’organizzazione delle lezioni in una modalità inedita è stata tale da privare gli studenti del contatto indispensabile con docenti e habitat scolastico e può spiegare a sufficienza il carente profitto scolastico, da ricercare nelle problematiche connesse alla didattica digitale”.
Secondo i giudici “non sono rintracciabili elementi certi in ordine alla messa in atto, nei riguardi del minore, di iniziative finalizzate al recupero complessivo delle carenze nella preparazione tenuto conto che l’anno scolastico 2020/2021 ha fatto registrare un larghissimo impiego della didattica a distanza, il che ha senz’altro costituito fattore di notevole difficoltà, con inevitabili ripercussioni sull’andamento scolastico dei singoli discenti. La mancanza di corsi di recupero o la non continua attivazione degli stessi ha impedito al giovane discente di acquisire piena consapevolezza delle criticità nella preparazione maturata fino ad un certo punto, onde rimediare ad un profitto certamente non adeguato in alcune discipline, ma perpetuatosi a motivo delle oggettive difficoltà legate ad una modalità non ortodossa nello svolgimento delle lezioni, tanto più per un alunno di prima superiore”.
Qualche giorno fa invece lo stesso Tar pugliese aveva rigettato il ricorso sulla bocciatura di un altro studente perché i giudici hanno ritenuto che le motivazioni non fossero legate alle difficoltà create dalla pandemia.
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