Se un alunno viene beccato a copiare durante un compito la docente ha il dovere di prendere provvedimenti nei suoi confronti: la bocciatura dell’alunno in questione è legittima. Questo quanto ha deciso il Tar della Liguria di recente, come riporta La Repubblica.
Il caso riguarda uno studente di seconda media di un istituto di Genova. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso contro ministero dell’Istruzione e del merito e istituto scolastico. Il ricorso contestava in modo particolare l’atteggiamento della docente nei confronti dell’alunno, ritenendolo illegittimo.
Il contenuto dell’ordinanza
“Non sono state evidenziate circostanze sufficienti per ritenere dimostrata la prospettata anomalia nell’atteggiamento di una delle docenti nei confronti dell’alunno – spiega l’ordinanza del Tar che dà ragione alla scuola – Atteggiamento che, al contrario, pare riconducibile alla fisiologica relazione che lega insegnante e discente e che doverosamente impone al primo di assumere provvedimenti a fronte di condotte non conformi a elementari parametri di correttezza, come quelle descritte e non contestate, consistenti nel copiare il compito assegnato”.
Oltre alla correttezza del comportamento della docente, il Tar nella decisione ha tenuto conto anche delle “insufficienze in numerose materie (italiano, matematica, francese, storia)”. Per il Tar l’istanza cautelare è “infondata non sussistendo i dedotti vizi di legittimità”.
Il caso avvenuto a Tivoli
Ha fatto discutere il caso della studentessa di Tivoli con sei insufficienze bocciata e poi ammessa alla seconda media dal Tar dopo il ricorso avanzato dai suoi genitori. Dopo il polverone che si è alzato contro questa pratica ormai comune, che provoca nei docenti un senso di delegittimazione, tanto da spingere a dire la propria anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, a parlare sono proprio i genitori della ragazzina.
Questi, a Il Messaggero, hanno difeso la loro decisione. “Abbiamo ritenuto opportuno rivolgerci alla magistratura dopo una serie di colloqui infruttuosi tra noi e la scuola. Siamo stati insoddisfatti della risposta, con una motivazione che presentava vizi formali e sostanziali. Riteniamo che non sia stato considerato il miglioramento di un’alunna di 11 anni nel primo anno di scuola media. Nostra figlia era migliorata in 7 materie e in alcune il miglioramento non è stato reso possibile”.