La valutazione, come di consueto, si propone di essere uno strumento atto alla definizione del percorso e dei nuovi obiettivi, traguardi attestando abilità, competenze e conoscenze degli studenti. Fondamentale è quella in itinere ed iniziale, con la quale il docente si confronta con una classe valutando l’apprendimento nel suo complesso: procedere con le nuove unità didattiche, provvedere ad un ripasso.
Difatti, quelle più temute dagli studenti sono quelle finali, che determinano la valutazione espressa in pagella, che può determinare la bocciatura o il giudizio sospeso. A livello europeo, la riduzione delle bocciature è proporzionale ai tagli, anche minimi, effettuati sull’istruzione: uno studente fermo nel proprio percorso, per le casse intrise di burocrazia, non costituisce una sfida, ma un mero costo. Si preferisce rimandare il giudizio a settembre senza formulare decreto alcuno. Cosa accade, nel complesso, in Europa?
Il settimanale Die Welt racconta come per la fondazione Roland Berger (collaboratrice del Ministero dell’Istruzione), che sui dati dell’OCSE 2015 propone metodi alternativi alla bocciatura, questa avrebbe due soli risultati secondo gli studi proposti: aumentare l’ineguaglianza tra gli studenti secondo la loro provenienza (in maggioranza sono gli studenti con famiglie economicamente svantaggiate che sono soggetti a bocciatura).
Non solo, la bocciatura è una pratica assai inefficiente, se si considera il sistema scolastico tedesco nel suo complesso. Ecco i conti: nel 2012 sono stati bocciati 156.000 studenti tedeschi che hanno ripetuto l’anno, il costo è stato di 4200 euro ciascuno per un totale di 655 milioni.
Gli studenti inglesi hanno accesso presso la Primary School a 5 anni, mentre la Secondary School – che equivale alla scuola media e parzialmente superiore italiana – va dagli 11 ai 16 anni. In questo lungo percorso gli studenti vengono ammessi da un anno al successivo senza alcun esame o promozioni alla classe successiva: pertanto non risultano presenti bocciature o giudizi sospesi espressi nei confronti di particolari discipline, come accade nel resto d’Europa.
Gli anni scolastici in Inghilterra sono numerati in ordine progressivo: “Year One” è il primo della primaria, “Year Eleven” è l’ultimo della secondaria, corrispondente alla nostra scuola superiore. Ed è proprio al termine della Secondary School che gli inglesi affrontano il GCSE in particolari discipline col fine di conseguire il titolo, noto con il suddetto acronimo che sta per General Certificate of Secondary Education, dove esiste solo un rimando a sostenerlo presso la sessione successiva.
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