La presidente della Camera, Laura Boldrini, intervistata dall’AGI, dopo la lectio magistralis tenuta alla canadese McGill University di Montréal nel corso del suo viaggio nordamericano, ha detto che occorrono scelte durevoli sui migranti e maggiori investimenti per la loro integrazione.
E poi lotta alla “retorica della paura” e all’intossicazione del web diffusa con le fake news, attraverso una scuola che sia guida dei giovani internauti.
Dopo avere affrontato la gravosa questione della tratta dei migranti che “va affrontata in modo più articolato, non basta trattenere i migranti fuori dall’Europa per dare la risposta necessaria”, la presidente ha detto la sua contro le fake news e la retorica delle paure veicolata dalle bufale.
“Bisogna dare ai giovani gli strumenti per interpretare il web. E farlo in maniera attiva. Se i giovani hanno gli strumenti per capire quel che è vero e quel che è falso, si difendono meglio nel web e lo usano in modo più appropriato. L’obiettivo di questo progetto è fare, di loro, soggetti capaci di difendersi dalle insidie del web. Con una battuta, potrei dire che diventano cacciatori di bufale, in grado di smascherare chi usa la menzogna o per arricchirsi o per infangare qualcun altro”.
L’iniziativa non è certamente uno spot, ha chiarito: “Inizia il 31 ottobre, quando lo lanciamo a Roma con la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Ci saranno Facebook, Google, la Rai, Confindustria… Questo progetto oggi è considerato così interessante che il ‘New York Times’ ci ha dedicato la prima pagina. Non solo: ci chiamano da altri Paesi per replicare il nostro modello. Nell’era digitale bisogna sapersi districare nello spazio del web, che è bellissimo ma che le istituzioni hanno il dovere di proteggere. Quando lei vuol usare la macchina deve andare a scuola guida e prendere la patente, giusto? Per il web è la stessa cosa”.
E infine si è intrattenuta sulla promozione della lingua italiana: “La lingua italiana è uno dei nostri patrimoni più importanti, che non solo va conservata ma rilanciata, perché c’è tanta richiesta e noi dovremmo essere più capaci di investire, destinando maggiori risorse. Diffondere la lingua è diffondere la cultura e avere anche un peso a livello internazionale. L’italiano è sempre più apprezzato. Ce n’è richiesta, però spesso gli Istituti di Cultura non hanno le risorse necessarie e non riusciamo a sopperire alla domanda”.
“Nei fenomeni migratori la lingua è essenziale per riuscire in un percorso di vita. Se non s’impara, si rimane sempre ai margini. La lingua ha più funzioni: vettore di cultura di un Paese, vettore di integrazione nei flussi migratori”.
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