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Boldrini: l’istruzione per il pieno sviluppo umano e sociale

 “Non c’è più tempo bisogna agire con strategie mirate che sappiano restituire all’istruzione il ruolo di spinta per l’avvenire del nostro Paese. Non vi sarà crescita, non vi sarà alcuna ripresa se non saranno risolti i nodi storici del nostro sistema di istruzione e formazione, come emerge chiaramente da questa indagine. Non si può parlare di strategie per lo sviluppo se non si prendono in considerazione gli indicatori del benessere della popolazione e tra questi c’è l’ istruzione. Lo sviluppo è spesso considerato in termini quantitativi e monetari senza valutare l’incremento e la diffusione della conoscenza, i dati sulla andamento del Pil sono certo importanti ma mi piacerebbe che i media siano altrettanto attenti alla dispersione scolastica che è tra gli indicatori più veri del livello di inclusione sociale”.

“Oltre alle percentuali bisogna capire cosa significa dispersione scolastica, voglio leggervi il secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione che ritengo uno dei più fondamentali: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociali che limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Di fronte a questi ragazzi che lasciano la scuola questo articolo perde di significato. La scuola oggi come ieri ha un ruolo insostituibile, non si va a scuola solo per le competenze ma perché aiuta ad aprire la mente, apre al dialogo. E voi ragazzi oggi tra i banchi avete persone di provenienze diverse, è una grande opportunità, la scuola educa anche alla legalità, al rispetto degli altri”. Boldrini ha poi proseguito il suo discorso sottolineando come “dove si registra maggiore dispersione la criminalità trova terreno fertile, a volte diventa l’alternativa”.

“Vorrei ringraziare i nostri insegnanti e le nostre insegnanti che spesso definisco gli eroi del nostro tempo che senza il dovuto riconoscimento sociale portano avanti la loro missione. Per concludere ringrazio anche il lavoro della settima commissione che dimostra che come istituzioni non vogliamo abdicare ai doveri contenuti nell’articolo 3 della nostra Costituzione”.

Pasquale Almirante

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