Una scuola, quella visitata dalla presidente Boldrini, all’avanguardia e tra le uniche 20 in Italia dove c’è persino un’aula 3.0, con sedie di cartone compresso di un’azienda locale, supporti informatici all’avanguardia, lezioni ‘frontali’ bandite, didattica d’eccellenza.
“Bisogna ricominciare dalla scuola. La scuola è il futuro”, dice Laura Boldrini salutata dagli studenti affacciati alle finestre e accolta dalla preside.
“Abbiamo delle scuole di eccellenza, dobbiamo valorizzarle – aggiunge – perché questa è la chiave di svolta”.
Prima tappa nell’aula di lingue, dove si insegna il cinese. “Ma non vedo studenti cinesi! Ci sarebbe da riflettere”.
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“La lingua è come imparare a suonare uno strumento musicale, richiede costante allenamento”. Passando da un’aula all’altra saluta il personale della scuola, si ferma a parlare con le bidelle, con un vecchio professore, incrocia una delegazione della Rete degli studenti medi, che lanciano un appello “per la nostra buona scuola”. Dice a loro, come ripeterà a tutti i ragazzi, di non lasciar fare alla politica: “Non bisogna lasciarla nelle mani di chi non ha interesse alla cosa pubblica. Cominciate subito a praticarla, non lasciate questo straordinario spazio agli altri. Dovete essere esigenti con i politici. Il patto opaco tra cittadini e politica, ‘se mi voti raccomando tuo figlio’ deve finire. Ma la nuova politica non significa distruggere le istituzioni. Tuteliamole, perché senza le istituzioni democratiche c’è la dittatura”.
Boldrini è invitata poi ad assistere a una ‘lezione’ di satira, un’analisi che gli studenti hanno elaborato partendo dalla strage al Charlie Hebdo.
“Io stessa sono oggetto di satira”, sottolinea la presidente, “ma quando sa cogliere un elemento caratterizzante mi diverte. Trovo che l’imitazione che Gabriella Germani fa di me sia molto centrata e simpatica. Accetto tutta la satira, tranne quella che punta sugli aspetti fisici”.
“La cultura – dice infine la presidente – è una delle nostre fonti di riscatto”. Prima di andarsene, tra selfie, applausi e alunni entusiasti, Boldrini invita l’istituto a una visita a Montecitorio: “I giovani devono venire nella casa della democrazia, perché è la casa di tutti. Frequentate il Palazzo, sentitelo vostro. Cittadini e istituzioni devono fare pace e io – conclude – sono a disposizione di questa missione”.
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