Bologna, con la sua burocrazia, semplifica o crea ulteriori handicap?

Al sindaco di Bologna Virginio Merola
all’Assessore alla mobilità Bologna Andrea Colombo
agli organi di stampa e di informazione
 
Già nel titolo del Dpr 151/2012 si legge “… facilitare la mobilità delle persone invalide”. Un’altra parola usata nel decreto è “agevolazione”.
La “Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea” del 4 Giugno 1998 parla di “misure da adottare nella Comunità per facilitare l’accessibilità…”, più avanti “… ogni persona con disabilità deve poter beneficiare di concrete misure aggiuntive intese a favorire l’inserimento sociale e professionale…”.
Sicuramente si afferma anche che Regioni e Comuni devono emanare regolamenti per il rilascio e l’utilizzo del “contrassegno di parcheggio per disabili”.
Come si dice “l’Italia è più lunga che larga”, ma santa pazienza a distanza di neppure due ore di viaggio c’è un abisso. La burocrazia di Bologna è micidiale, veramente da far andare giù di testa!
La domanda sorge spontanea, può un comune pretendere che un handicappato possegga un computer, un collegamento ad internet, un indirizzo email, un fax, un cellulare? È questo un modo per facilitare e favorire l’inserimento sociale?
Non basta, un handicappato fra i documenti deve avere sempre con sé il numero di telefono del comune, il numero della chiave pubblica, il numero della chiave privata, il numero del contrassegno ed, ovviamente il numero della targa che adopera in deroga alle 2 già segnalate. Se la comunicazione viene fatta via fax, bisogna compilare un modulo a cui allegare anche fotocopia di carta d’identità e contrassegno.
Domenica 23/3 sono andata fuori Bologna e mi è capitato di dover comunicare la targa dell’auto che ho usato, nonché il numero del contrassegno in entrambe le città.
Bene, qui a Bologna, ho cercato di mandare un sms entro le 23 di domenica, seguendo l’esempio indicato nella lettera inviatami dal Comune di Bologna, ma ogni volta mi veniva negato l’accesso o perché non riconosceva la chiave pubblica o non leggeva il tipo di autoveicolo… Insomma 5 messaggi a vuoto e… si è scaricato il cellulare e sono passate le 23!! Ieri, lunedì mi sono cimentata col computer, ho dovuto fare ben due invii… Ero terrorizzata che al mio amico arrivasse una multa e che mi mandasse al diavolo.
All’altra città, intanto ho chiamato il numero verde e, molto semplicemente, ho dovuto comunicare: mio nome e cognome, il numero del contrassegno e la sua scadenza ed il numero di targa dell’auto usata. Neppure tre minuti!
Devo dire che la medesima burocrazia di Bologna l’ho dovuta subire anche mercoledì 20/3 quando sono andata a Milano. Mi sono adirata con Pisapia, non conoscevo bene quella della città in cui vivo!
Ma la sinistra non dovrebbe essere più vicina alle fasce deboli?
Si ha ragione o no quando si dice che l’handicap (incontro tra disabilità e ambiente) si accentua allorquando viene a crearsi un’ampia distanza tra il disabile e i servizi, tra il disabile e le opportunità messe a disposizione dal legislatore e dagli Enti pubblici territoriali?
Mi viene da suggerire un modo per eliminare, già alla radice, il problema angosciante degli handicappati! Ripristinare il “picco del Taigeto”.
I lettori ci scrivono

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